Young Adult

Young Adult ***

Con il nuovo Young Adult, Jason Reitman continua la sua galleria di trentenni sgradevoli, determinati, apparentemente forti, ma in realtà fragilissimi e irrisolti.

Dopo il lobbista di Thank you for smoking, il padre adottivo inadeguato di Juno ed il tagliatore di teste di Tra le nuvole, in Young Adult ci troviamo di fronte ad una donna tra i trenta ed i quaranta, Mavis Gary, ghostwriter di successo, per una serie di romanzi per teenager sui vampiri, che sembra bloccata in un’eterna immaturità affettiva e sociale.

Reitman qui si spinge ancora oltre e non si nasconde più dietro la simpatia di George Clooney, Jason Bateman o Aaron Eckhart, sfidando la convenzione per cui il protagonista di un film deve essere comunque piacevole, in qualche modo.

Mavis viene dalla provincia del midwest, da Mercury precisamente: è stata una beauty queen al liceo e tutti la ricordano come una stronza fenomenale e insopportabile, ma ne ammirano comunque il successo e, in fondo, la invidiano. Lei ora vive a Minneapolis, nella grande città, con il solo conforto di un cagnolino e di un enorme televisore perennemente acceso sui reality spazzatura delle Kardashian. Il suo matrimonio è fallito da tempo. Ancora molto attraente, passa le sue serate tra fiumi di bourbon e amanti occasionali.

La serie dei suoi romanzi è al capolinea e Mavis sembra sperimentare una sorta di impasse creativa, che cerca di colmare passando le mattine del dopo sbornia in locali pubblici affollati, dove può rubare il gergo e le frasi dei teenager per le sue storie.

La sua vita procede sempre uguale a se stessa, in una sorta di loop continuo, sino a quando non le arriva per email l’annuncio che il suo storico fidanzato di Mercury, Buddy, felicemente sposato, ha avuto una bambina.

Improvvisamente colpita ed anche offesa dalla distanza tra la sua esistenza errabonda e disordinata e quella placida e tradizionale di Buddy, decide di lasciare il suo appartamento in città, per trasferirsi in provincia, con l’obiettivo di riconquistare il tempo perduto e forse l’amore della vecchia fiamma.

Alla guida della sua mini rossa, Mavis raggiunge Mercury e alloggia in un hotel. La sera in uno dei bar del paese incontra un vecchio compagno, Matt, che stenta a riconoscere, ma che era diventato in realtà piuttosto famoso vent’anni prima, per essere stato oggetto di un sanguinoso pestaggio da parte dei bulli del liceo, che lo credevano omosessuale.

Matt ha pagato quell’odioso pestaggio, non solo nel fisico: è una sorta di freak, costretto a camminare aggrappandosi ad una stampella. Ma il danno più evidente è l’emarginazione e la solitudine che si è autoimposto da allora.

Anche lui è sostanzialmente rimasto fermo agli anni della scuola, per un motivo chiaramente opposto: mentre Mavis idealizza quegli anni di popolarità e gloria, Matt ne ha vissuto il lato più oscuro e brutale. Vive ancora nel seminterrato della casa della sorella, dove distilla whiskey casalingo, attorniato da fumetti e action fugures, che costruisce da solo.

L’incontro con Mavis è quello di due persone che nutrono un risentimento fortissimo, comune, che non sono mai entrati davvero nella vita.

Naturalmente Mavis finirà per mettere in atto il suo stupido piano di ri-conquista nel modo più imbarazzante possibile, scontando tutta la distanza tra la realtà delle cose e la sua illusoria rappresentazione, falsata dall’immaginazione fervida tipica di una stalker.

E’ un film coraggioso questo Young Adult, perchè oltre a mettere in scena una storia di ossessione assolutamente patetica, lo fa affidandosi ad una protagonista che ci è paradossalmente più simpatica all’inizio che non alla fine della storia: nel descriverci la sua umiliazione, Reitman la descrive però con una certa onestà, senza farne una caricatura.

Il film non ha avuto successo negli Stati Uniti, nonostante i nomi coinvolti e le ottime recensioni, proprio perchè la scommessa narrativa di Diablo Cody, che ha scritto la sceneggiatura, è  forse troppo azzardata e onesta.

Come ha scritto Roger Ebert: There are countless movies about Queen Bitches in high school, but “Young Adult” has its revenge by showing how miserable they can be when they’re pushing 40. [1]

E nonostante abbia affiancato a Mavis il personaggio simpatico e perdente di Matt, una sorta di grillo parlante con cui tentare un’identificazione, il film rimane comunque difficile da amare. Forse perchè da una commedia di Hollywood ci si aspettano sempre risate e favole a lieto fine: la verità invece, in questi casi, può essere dolorosa, anche se ti strappa un sorriso amaro.

In fondo la solitudine di Mavis è figlia di un’emancipazione sentimentale e lavorativa drogata e  non è lontana da quella di un altro grande personaggio di questa stagione cinematografica, il Brandon di Shame. I loro appartamenti in città ed il loro modo di viverli sono così simili: moderni, perfettamente arredati, capaci di nascondere un’infelicità divorante, che l’uno affoga nel sesso compulsivo, l’altra nell’alcolismo evidente e nel disordine affettivo.

Entrambi sono trentenni che la società direbbe in qualche modo affermati, entrambi invece rimangono terribilmente insoddisfatti, incapaci di comunicare, fermi alle più basilari e distruttive pulsioni adolescenziali.

Diablo Cody abbandona lo stile indie e iperdialogato dei suoi esordi, per costruire un racconto, che si collega anche questa volta all’età dell’high school, con un’amarezza ed una maturità nuove.

C’è ben poco da ridere in Young Adult. Il tono leggero non inganni, c’è l’abisso davanti a Mavis ed il finto happy ending è solo un approdo fragile e momentaneo: sembra preludere solo ad un ritorno al punto di partenza.

[1] Roger Ebert, Young Adult, Chicago Sun-Times, 7.12.2011

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