Frankenweenie

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Frankenweenie **1/2

Tim Burton ritorna all’animazione in stop motion, per il remake di un suo corto del 1984, che segnò la fine del sodalizio con la Walt Disney Pictures.

Accusato di sperperare risorse della compagnia con risultati discutibili ed inutilizzabili, fu licenziato subito dopo la conclusione dell’originale, il quale non fu mai distribuito in sala.

Solo dopo il successo dei suoi primi film per la Warner, Beetlejuice e Batman, la Disney lo diffuse in home video nel 1994.

Mentre l’originale era un cortometraggio con attori in carne ed ossa, questo remake è girato con la tecnica d’animazione che Burton ha riportato in auge con Henry Selick per Nightmare before Christmas e La sposa cadavere.

La storia, nei suoi elementi essenziali e nelle sue premesse è rimasta pressoché la stessa. Il giovane Victor è uno studente appassionato di scienze e senza veri amici, eccetto il cane Sparsky, che è spesso il protagonista anche dei suoi esperimenti in 16 mm.

Un giorno però il cane viene investito da un auto. Ispirato dall’esperimento dell’elettricità visto a scuola sulle rane, decide, novello Frankenstein, di provare a rianimare l’adorato cagnolino con la forza dei fulmini in una notte tempestosa. L’esperimento riesce, ma l’invidia dei compagni di classe e l’ottusità del vicinato spingerà la cittadina di New Holland sull’orlo della catastrofe.

Il racconto è evidentemente una parodia del romanzo di Mary Shelley. Non solo, ma è anche un modo per Burton di ritornare sul suo cinema del passato: dalle casette linde di Edward mani di forbice, alle citazioni de La moglie di Frankenstein, dalla solitudine dell’adolescenza, al ruolo della scienza, dall’accettazione della morte come parte dell’esistenza, sino all’amicizia come valore assoluto, capace di sconfiggere il perbenismo delle piccole comunità.

Così come già per Dark Shadows, che era il remake di una serie tv degli anni ’60, anche con Frankenweenie Burton sembra voler cercare ispirazione nel passato, nelle fonti primarie del suo cinema, molto appannato ultimamente.

E se le nuove idee latitano e la fantasia si è inaridita, nonostante i successi che non sono mai mancati, allora meglio adagiarsi sulla maniera, sul luoghi e personaggi ben conosciuti, in attesa di ritrovare, forse, lo smalto perduto.

Per chi non ha avuto l’occasione di vedere l’originale, questo Frankenweenie è divertente e spassoso, un film che sarebbe stato perfetto per Halloween, ma che la distribuzione italiana ha deciso di posticipare sino a gennaio. Speriamo che trovi il suo pubblico: il nome di Burton ed il richiamo a Frankenstein dovrebbero garantirgli un buon successo.

6 pensieri riguardo “Frankenweenie”

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