Broken Rage

Broken Rage ***

Piccolo straordinario regalo di Kitano ai suoi fedelissimi fans, questo Broken Rage è un corto diviso in due.

Nella prima parte Beat Takeshi interpreta come di consueto un killer a contratto, Mr. Mouse, che lavora per un misterioso signore della Yakuza, M. Quest’ultimo gli commissiona una serie di omicidi attraverso un sistema di buste lasciate in ristoranti e depositi bagagli.

Mouse è un esecutore formidabile, inventivo, implacabile. Incastrato dalla polizia, viene convinto a infiltrarsi nell’organizzazione di un boss della droga. Anche questa volta il suo incarico è svolto in modo ineccepibile: l’operazione consente di sgominare la banda di Kaneshiro e del suo braccio destro Tomita, lasciando libero Mouse di tornare alla sua vita.

Kitano a questo punto riavvolge il filo e racconta la stessa storia, in una versione alternativa del suo racconto, ribaltando in commedia gli stessi eventi e le stesse circostanze, riempiendo il racconto di comicità slap-stick, buffa ed esagerata. Mouse questa volta è goffo, impacciato, commette errori imperdonabili.

Il divertissement prodotto da Amazon MGM dura appena un’ora, ma c’è al suo interno gran parte dell’universo raccontato da Kitano nei suoi classici degli anni ’90 e dei primi 2000. C’è la natura duplice della sua vena artistica, alle prese con un contesto narrativo apparentemente identico. E c’è ovviamente la sua maschera, figlia anche dell’incidente del 1994, che ha contribuito a farne un volto imperturbabile, inespressivo, il figlio perfetto di quel milieu spietato che ha spesso interpretato come attore.

Lo sberleffo è pienamente riuscito, la proiezione stampa veneziana è un piccolo trionfo di risate, applausi ed approvazione, mentre sullo schermo compaiono anche le (finte) reazioni social del pubblico che vedrà il film su piattaforma.

Il gioco postmoderno è divertito e gustoso, in un lavoro apparentemente semplice, ma che rivela una riflessione teorica sulle radici del proprio immaginario, sulla deriva delle proprie storie e in modo più radicale sulla natura tragicomica della vita, costantemente sul confine sottile che separa commedia e dramma, ridicolo e terrore.

E’ anche una ovviamente una riflessione sulla natura falsificatoria del cinema e del racconto, capace di prendere strade diverse di fronte alla stessa realtà.

Può sembrare poco per il regista di Sonatine e Hana Bi, Dolls e Kikujiro, ma se non è più il tempo dei capolavori del passato, si può almeno ragionare criticamente sulle proprie ossessioni, come già avveniva con la trilogia di Outrage, regalando al pubblico un po’ di leggerezza.

Imperdibile.

Su Amazon Prime dal 13 febbraio.

 

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