Dark Mirrors: autunno la stagione dello sguardo

Tra poliziotti corrotti, adolescenti in cerca dell’euforia, incursioni negli anni Ottanta newyorchesi, l’autunno televisivo ci regala un paesaggio di indubbio fascino.

CITY ON A HILL

Siamo a Boston, all’inizio degli anni ’90, in un momento difficile per la comunità locale stretta in una morsa tra razzismo e violenza. La situazione sembra sul punto di esplodere, in particolare nei quartieri della città più poveri e degradati. Un viceprocuratore di colore (Aldis Hodge, interpretato da uno statuario Aldis Hodge) ed un corrotto poliziotto federale (Jackie Rohr ovvero un sontuoso Kevin Bacon) si ritrovano per necessità a far fronte comune per risolvere il caso di una rapina ad un portavalori in cui sono state uccise tre guardie giurate. Una collaborazione complicata e spesso in salita che catalizza lo sviluppo narrativo, ma che al contempo illumina un contesto sociale in cui i personaggi si ritrovano schiacciati da una necessità di sopravvivenza che li sprofonda sempre di più, costringendoli ad aggrapparsi alle contraddizioni ed alle ambivalenze di un sistema corrotto ed apparentemente senza vie d’uscita. Eppure proprio l’impegno di tutte le componenti della società sembra poter far nascere qualcosa di nuovo.

Composta da dieci episodi della durata di circa un’ora l’uno, City on a hill è una storia dal sapore classico, almeno per la serialità televisiva. Poliziotti corrotti, compromessi ed aspre negoziazioni tra paladini della verità ed abili mestieranti dell’intrallazzo, estenuanti battaglie processuali e tortuosi percorsi per superare pregiudizi razziali e sessuali, la tensione tra il miglioramento della propria posizione e un loop senza fine che riporta sempre al punto di inizio. Sceneggiatura solida e molto articolata, di quelle che vanno seguite per non chiedersi di chi e di cosa si sta parlando, citazioni pensose ed il sapore agrodolce di una tragedia ineluttabile, con interpreti in stato di grazia.

Non sarà una visione delle più facili, ma estremamente stimolante.

La serie è stata realizzata per Showtime da Charlie McLean e si basa su di un soggetto originale dello stesso McLean e di Ben Affleck (produttore esecutivo). In Italia è disponibile alla visione su Sky e Now TV.

DAL: 3 Settembre
DOVE: Sky e Now TV
QUANDO: serie già disponibile in tutti gli episodi
NUMERO EPISODI: 10
GENERE: crime, drama, thriller

PER QUELLI CHE: amano The Wire, il senso di ineluttabilità delle tragedie, gli street look anni ’90 ispirati dalla musica hip hop e i business look oversize tornati di nuovo di moda e che quando rivedono in Tv il faccione di Bill Clinton provano un po’ di nostalgia.

EUPHORIA

Euphoria è stata realizzata per HBO da Sam Levinson (Assasination Nation) e racconta la ricerca costante ed estenuante di emozioni da parte di Rue Bennet (Zendaya) e di un gruppo di adolescenti della provincia americana. Ispirata ad una miniserie israeliana, Euphoria è un viaggio visuale ricco di momenti onirici e di emozioni forti in cui sesso, droga e violenza, filtrati attraverso i social media, rappresentano tappe per così dire obbligate nel percorso alla ricerca dell’euforia. Nel cast, oltre a Zendaya (Spider-Man: Far from home) figurano anche Sidney Sweeney (Sharp Object e The Handmaid’s tale), Jacob Elordi (The kissing Booth) e la modella transessuale Hunter Schafer (Marc Jacobs e Dior tra gli altri). La serie unisce la notevole qualità visiva alla crudezza della rappresentazione che ha portato tra l’altro un attore, Brian Bradley, ad abbandonare il cast senza nemmeno terminare l’episodio pilota. L’obiettivo era parlare la lingua quotidiana degli adolescenti, senza sconti e sfruttando il vissuto personale dello sceneggiatore, che ha avuto problemi di dipendenza da droghe, per giungere ad una rappresentazione realistica ed in grado di portare ad una reale negoziazione con lo spettatore. Da ascoltare la soundtrack di Labrinth: la musica, che ha riscosso ampi apprezzamenti da parte della critica, completa la narrazione e ne amplifica le tonalità emotive. Se volessimo ridurre la serie ad uno slogan potremmo definirla la risposta HBO allo strapotere Netflix nel genere YA, con la precisa volontà di rimarcare le differenze tra i due universi rappresentativi.

Particolarmente adatta ad una visione continuativa (se avete lo stomaco per reggerla), la serie è disponibile su Sky e Now TV.

DAL: 26 settembre
DOVE: Sky e NowTV
QUANDO: serie già disponibile nella sua interezza
NUMERO EPISODI: 8
GENERE: YA drama

PER QUELLI CHE: non hanno figli adolescenti (altrimenti rischiate di non farli più uscire di casa) e che amano le tematiche di Trainspotting e l’estetica di Refn.

 

THE DEUCE – TERZA STAGIONE

Un salto brutale. La terza stagione di The Deuce atterra nel cuore degli anni Ottanta, l’era dell’AIDS e del VHS. L’industria a luci rosse guarda sempre più alla costa Ovest, alla California, ai templi dorati di Los Angeles. Intanto New York City cambia pelle, a partire da Times Square, centro nevralgico della città e luogo d’elezione della serie firmata dal duo Simon – Pelecanos. Riuscirà Candy ad affermarsi come “autrice” o sarà stritolata dalle regole implacabili del profitto? Vince coronerà il sogno di dominare la notte estendendo le sue attività imprenditoriali oppure si imborghesirà? Abby radicalizzerà il suo impegno sociale? Come si comporterà Paul di fronte al dilagare dell’HIV, terribile minaccia per il suo business? The Deuce è una serie da non perdere. Troppo semplice etichettarla “la via del porno” (il sottotitolo italiano). La via è quella distruttiva / disruptive che separa con un taglio netto il successo dal fallimento. Il piacere derivante dalla constatazione della fine di un’epoca può essere eccitante ben più dell’erotismo spinto. MTV esalta le regole dell’apparire. In The Deuce il problema per tutti è: chi voglio essere? La nuova stagione insegue gli effetti della rivoluzione tecnologica. Nel 1985 le videocassette hanno ormai surclassato le esibizioni live e i peep-show. I consumatori modificano le proprie aspettative e in un certo senso abbassano l’asticella estetica. L’intero sistema di produzione si adegua. Lo sguardo esige prestazioni rapide. I fronzoli non interessano affatto a una platea di consumatori in continua espansione. Gli autori di The Wire non abbandonano l’impostazione sociologica che li contraddistingue da sempre. E forse vanno oltre, immaginando il porno come una lente privilegiata per mettere a fuoco dinamiche culturali non solo americane. Times Square è la palestra del mondo a venire. Appuntamento con Maggie Gyllenhall, James Franco, Chris Coy, Margarita Levieva, Emily Meade. Attenzione! Non ci sarà una quarta stagione. Il cerchio si chiude.

DAL: 8 al 29 Ottobre
DOVE: Sky Atlantic
NUMERO EPISODI: 8
GENERE: Drama, Realism, Humour

PER QUELLI CHE: nascondevano “quelle” videocassette nel cassetto, sperando che la mamma non le beccasse.

Ma non finisce qui… date un’occhiata alla seconda parte.

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