Marco Bellocchio torna a raccontare i 55 giorni del sequestro di Aldo Moro, in occasione del quarantennale del rapimento del grande statista democristiano e a distanza di quasi quindici anni dal suo capolavoro Buongiorno, notte.
Questa volta però il punto di vista sarà completamente opposto: non quello dei rapitori e del commando brigatista, ma quello della politica e del paese che si affannava all’esterno del covo di via Montalcini.
“Stavolta i protagonisti saranno gli uomini e le donne che agirono fuori della prigione, coinvolti a vario titolo nel sequestro, la famiglia, i politici, i preti, il Papa, i professori, i maghi, le forze dell’ordine, i servizi segreti, i brigatisti in libertà e in galera, persino i mafiosi, gli infiltrati… Protagonisti celebri, sempre in tv e sui giornali, ma anche sconosciuti”.
Bellocchio ha scelto di raccontarlo in una serie tv che si chiamerà Esterno notte, verosimilmente co-prodotta anche da Raicinema.
Il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro hanno rappresentato per il nostro paese la fine di un’epoca e il tramonto di un’illusione. L’Italia nuova, nata dalla Resistenza, il boom economico del Dopoguerra, i governi del primo centrosinistra, le lotte studentesche e sindacali del ’68, le stragi di Stato e l’illusione del compromesso storico, si chiudono improvvisamente nel sangue della Notte della Repubblica.
Dopo, sono arrivati gli anni ’80, Craxi e il pentapartito, il papa polacco e la degenerazione del sistema politico: se c’è qualcuno che ha la forza per raccontare con lucidità quegli anni, questo è proprio Marco Bellocchio.
