L’udienza ****
Amedeo, ufficiale in congedo, viene a Roma dal nord ossessionato dall’idea di farsi ricevere dal papa. Pur non avendo le conoscenze adatte, ci prova in tutti i modi, fino ad attirare l’attenzione del commissario di polizia Aureliano Diaz. Amedeo non vuole rivelare a nessuno quel che ha da dire al papa, “anche nel suo interesse”, e Aureliano fa in modo che incontri Aiché, una prostituta d’alto bordo, nella speranza che possa distoglierlo dal suo ossessivo proposito. Attraverso di lei, Amedeo riesce a frequentare teologi e aristocratici, ma anche loro non lo aiutano. Abbandonato da tutti, finisce a dormire sotto il colonnato di San Pietro, dove muore per una polmonite senza aver rivelato cosa volesse dire infine al pontefice.
Inutile girarci attorno, il film di Marco Ferreri, recuperato e restaurato dal Museo del Cinema di Torino e dalla Cineteca di Bologna è un capolavoro di bellezza commovente.
Ispirato a Il castello di Kafka ed interpretato da un cast incredibile e ispiratissimo, guidato da un inedito, ma convincente Enzo Jannacci, nei panni di un giovane idealista ufficiale in congedo che cerca inutilmente di parlare con il papa, L’udienza è un film di grande sincera spiritualità.
Il Ferreri iconoclasta che conosciamo qui è contemporaneamente sarcastico e feroce con la gerarchia ecclesiastica e con le sue correnti in lotta, ma innocente e partecipe dei dolori del suo giovane protagonista, di cui non conosceremo mai i motivi, ma che conosciamo nei suoi slanci idealistici e nelle sue debolezze sentimentali.
Claudia Cardinale è la prostituta che cerca di dissuadere il protagonista, Tognazzi è il funzionario del vaticano sulle sue tracce, Vittorio Gassman un nobile vicino alla Chiesa e Michel Piccoli un cardinale modernista.
Quando Amedeo ascolta il disco dei discorsi di Papa Giovanni XXIII, nel bel mezzo della sua odissea kafkiana, si rimane sorpresi e commossi.
Non perdetelo per nessun motivo. Riscopritelo in homevideo o nelle rassegne del Cinema Ritrovato.
La sua modernità è stupefacente.