A room with a view: il Guardian su Cloud Atlas

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Mentre alcuni si chiedono se la nuova saga fantascientifica Cloud Atlas diventerà il nuovo Inception, Henry Barnes liquida l’adattamento dell’omonimo romanzo cult di David Mitchell con due stellette su cinque: una sufficienza un po’ risicata.

Due sono le differenze fondamentali del film rispetto al libro: la più riuscita, quella di mescolare l’ordine cronologico degli eventi – che coprono un arco temporale vastissimo, dalla fine dell’Ottocento fino a un futuro distopico. La meno riuscita, quella di assegnare agli stessi attori ruoli diversi, con risultati discontinui – specie per il povero Tom Hanks, vittima di travestimenti e nasi finti abbastanza improbabili.

Un’operazione complessivamente rischiosa: ciononostante Henry Barnes riconosce ai registi (ben tre: Tom Twyker e i fratelli Wachowski) onore al merito di averci provato, per di più con un budget davvero striminzito rispetto ad altri esempi del genere.

At 163 minutes Cloud Atlas carries all the marks of a giant folly, and those unfamiliar with the book will be baffled. Yet it’s hard to wholly condemn the directors’ ambition – this is fast-paced and cleverly assembled, with the best of the performances shining through the prosthetics (Hugh Grant makes great play of the clutch of villains he’s dealt). The Tykwer/Wachowski collective offer everything here.   

Cloud Atlas uscirà nelle sale italiane il 10 gennaio.

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