Chi-Raq. Recensione in anteprima!

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Chi-Raq ***

Il nuovo film di Spike Lee, scritto assieme a Kevin Willmott, è al contempo una scatenata trasposizione cinematografica dalla Lisistrata di Aristofane, un atto d’accusa ad un paese schiavo delle armi e una condanna della sottocultura dei gangster di colore, che dominano i ghetti più poveri delle metropoli americane.

Chi-Raq è la Chicago del nuovo millennio, in cui ci sono state più vittime che nei conflitti mediorientali. Nei quartieri di Englewood come in tutto il South Side, le vittime innocenti delle faide tra bande rivali sono sempre più numerose.

Ma Chi-Raq è anche il nome d’arte di un rapper, a capo della gang degli Spartans, in perenne lotta contro i Trojans, guidati dal buffo Cyclop.

Quando riverso sulla strada rimane il corpo della piccola Patti, la disperazione della madre e le prediche del reverendo Mike Corridan, nella chiesa di Santa Sabina, spingono Lysistrata, la ragazza di Chi-raq a prendere posizione. Spinta da Miss Helen, che ha perso sua figlia molti anni prima per una pallottola vagante e che ha dedicato la sua vita alla cultura e all’educazione, Lysistrata decide di organizzare con le sue compagne e con quelle dei Trojans uno sciopero del sesso, per spingere le due bande a firmare un trattato di pace, consegnando alla giustizia il responsabile della morte dell’ultima vittima innocente.

La satira in forma di musical di Spike Lee è un fuoco d’artificio di invenzioni narrative, numeri, canzoni, duetti, su cui il narratore Dolmedes, un sardonico Samuel L.Jackson, ha sempre l’ultima parola.

Chi-Raq è un curioso esperimento capace di aggiornare la teatralità della commedia di Aristofane alla realtà della violenza senza fine, che sta devastando le strade di Chicago.

Lee punta il dito sulla cultura delle armi e sulla potentissima lobby della National Rifle Association, ma non fa sconti alla cultura dei gangster, che esprimono il loro machismo e la loro virilità imbracciando pistole e mitragliatori, contro la loro stessa comunità.

Evoca le icone della lotta di emancipazione Malcolm X e Martin Luther King, ma le affida al reverendo Corridan, un bianco che ha dedicato la sua vita al sostegno delle madri ed alla ricerca della verità.

Dipinge un’eroina, Lysistrata, interpretata dalla bravissima Teyonah Parrische sembra un incrocio tra Beyoncè e Rihanna e che non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno, decisa ad andare sino in fondo, con la sua battaglia.

Il film è naturalmente sbilanciato ed esuberante come solo un film di Spike Lee sa essere: cattivo, polemico, esilarante, divertentissimo è ricchissimo di invenzioni e ironia. I numeri musicali si alternano agli intermezzi del narratore, ad un ritmo travolgente.

Chi-Raq è uno dei film più ambiziosi e politici di Spike Lee, travestito da piccolo film indipendente, prodotto da Amazon e distribuito in pochissime sale, purtroppo.

Nonostante ci si debba abituare anche alle forme di distribuzione alternative e on demand, è indubbio che sia il film di Lee, sia quello di Fukunaga, uscito a settembre per Netflix, hanno probabilmente subito la scarsa attenzione che l’opinione pubblica dedica tradizionalmente ai prodotti straight to video, a prescindere dai nomi coinvolti e dalle ambizioni dichiarate.

Non è ancora evidente se l’operazione Beasts of No Nation e Chi-Raq abbia comunque pagato, in termini di streaming, visualizzazioni, abbonamenti, ma certamente l’uscita in sala sembra ancora imprescindibile, per qualsiasi prodotto che non voglia essere omologato e confuso con le troppe proposte seriali, che affollano i cataloghi dei provider online.

Il coraggio e l’anticonformismo di Chi-Raq certamente non l’avrebbero meritato.

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