Housekeeping For Beginners ***
La protagonista di questo divertentissimo e commovente ritratto familiare è Dita, una donna di mezza età, che lavora ai servizi sociali di Skopje e vive nella sua grande casa con la compagna rom Sauda, malata terminale per un tumore al pancreas, e le sue due figlie l’adolescente Vanesa e la seienne Mia.
Con loro c’è Toni, il coinquilino omosessuale di Dita, il suo nuovo giovane amante Ali, conosciuto sulla app Gay Romeo, e tre giovani amiche lesbiche di Dita.
Quando Sauda si avvicina alla fine, fa promettere a Dita di prendersi cura delle sue bambine, nominando il kosovaro Toni come loro padre, sottraendole anche alla discriminazione che da sempre circonda l’etnia rom.
Grazie ad Ali che conosce un deputato locale, cambiare il certificato di nascita delle due figlie di Sauda è un gioco da ragazzi. Poi però bisogna convincere Toni, riluttante a prendersi alcuna responsabilità. Ma la determinazione di Dita è incrollabile e i due finiscono pure per sposarsi, per sistemare ogni questione.
Solo che quando tutto sembra sistemarsi per il meglio, la ribelle Vanesa manda all’aria i piani di Dita, scappando di casa, cercando di recuperare i rapporti con la sua famiglia d’origine che vive a Shutka, una municipalità rom sulle colline di Skopje.
Il secondo film dell’australiano di origini macedoni Goran Stolewski, dopo l’esordio con il contemplantivo e rarefatto You Will Not Be Alone, presentato al Sundance 2022, è invece una commedia elettrica, che infrange ogni barriera possibile, sessuale, etnica, identitaria, familiare, generazionale.
Il film è uno shock salutare per ogni cattivo pensiero, è un lavoro pieno di vitalità, energia, conflitti, errori, che brucia velocissimo, stando sempre accanto ai suoi personaggi, vivendo in simbiosi con loro, spingendoci a condividere gli stessi spazi di questo gruppo eterogeneo e imprevedibile.
Come i film che vogliono restituire l’autenticità della vita, Housekeeping For Beginners utilizza l’intero spettro drammatico, dalla farsa alla tragedia, anche grazie all’uso della camera a mano, capace di cogliere sfumature e increspature dei suoi personaggi.
Anamaria Marinca, indimenticabile protagonista di 4 settimane 3 mesi e 2 giorni di Mungiu, interpreta la sua Dita con una sensibilità rara, mostrando una determinazione sorda a qualsiasi ostacolo, cercando di aggrapparsi a quella strana imprevedibile famiglia che ha costruito con la sua volontà, proprio quando la sua vita sembra precipitare nel caos, con la morte improvvisa della sua compagna.
Convinta che i legami che contano non sono quelli del sangue, ma quelli che si costruiscono giorno dopo giorno, nella condivisione anche faticosa, Dita non si ferma davanti a nulla, sfruttando sino in fondo gli strumenti possibili e non facendosi scrupolo nel dissimulare la vera natura dei rapporti che legano i membri della sua grande famiglia, per il bene di ciascuno di loro.
Con Vanesa il compito sarà complicato, ma forse anche in questo caso un compromesso è possibile, perchè quello che conta è prendersi cura degli altri, quando ce n’è bisogno.
Un altro piccolo gioiello della sezione Orizzonti, che si sta rivelando molto più centrata e ricca di sorprese rispetto al concorso ufficiale, troppo ingessato e prevedibile da diversi anni.
