Un colpo di fortuna – Coup de Chance ***1/2
Fanny Moreau e Alain Aubert: due studenti francesi a New York. Lui è segretamente innamorato di lei, che gioca la parte della ribelle.
Molti anni dopo si incontrano per caso a Parigi. Lui dopo un matrimonio fallito è lì per scrivere il suo romanzo, lei invece dopo una prima relazione sbagliata ha sposato un finanziere dal passato misterioso, Alain Fournier.
Si dice che quest’ultimo abbia beneficiato dell’improvvisa sparizione del suo socio. A casa è un maniaco del controllo e dell’esercizio fisico, che si diverte solo nella tenuta di campagna o a giocare coi trenini. A suo avviso la fortuna e il destino non esistono, perchè ciascuno forgia il proprio. Non potrebbe essere più distante dalla moglie, che si è tuttavia abituata alla vita lussuosa che i due conducono.
Al primo incontro tra Fanny e Alain ne seguono altri, i pranzi diventano sempre più frequenti e la passione si riaccende. Fournier sospetta qualcosa e si rivolge ad un investigatore privato, che gli porta le prove del tradimento.
Jean, che è uomo d’azione, prende in mano il suo destino e contatta un vecchio amico rumeno, Dragos, che incarica di far sparire Alain, senza lasciare tracce del suo passaggio a Parigi.
Fanny, prima turbata poi convintasi che lo spiantato compagno di liceo l’abbia abbandonata per paura delle implicazioni della loro relazione, torna pian piano ad avvicinarsi al marito. Sarà la madre Camille, appassionata di racconti criminali, a insinuare nella figlia il dubbio che la sparizione di Alain non sia stata una scelta volontaria…
Il cinquantesimo e probabilmente ultimo film della lunga e formidabile carriera di Woody Allen è l’ultimo regalo al pubblico del suo formidabile genio.
Illuminato magistralmente da Vittorio Storaro alternando luci calde e dominanti dorate quando Fanny è con l’amante Alain ad interni freddi e dominanti azzurre, quando è con il marito Jean, Coup de Chance è un film semplicemente perfetto, che non spreca uno solo dei suoi 93 minuti e costruisce uno dei racconti più efficaci e emblematici di questo lungo finale di partita, per Allen.
“Non si esce indenni da un divorzio”: mai battuta di un suo film è stata più autobiografica. Il suo ultimo lo perseguita da ormai trent’anni, con un’ombra infame che si è allungata a rendere malinconico e cupo, se non proprio a negare un percorso artistico che tra inarrivabili vette e altrettanto prevedibili cadute, ha segnato la storia della commedia borghese, ponendosi nella stessa scia dei maestri Lubitch e Wilder, senza tuttavia lasciare eredi.
Con la semplicità e l’essenzialità riservata ai maestri, Allen costruisce il più lineare dei suoi meccanismi narrativi, nella vena thriller che da Crimini e misfatti a Match Point ha prodotto spesso mirabili riflessioni dostoevskiane sugli affanni degli uomini e gli inganni del fato.
Lou de Laâge è l’ennesima grande scoperta alleniana, mentre Melvil Poupaud, volto ambiguo e ombroso del cinema di Ozon e Desplechin, sensazionale protagonista di Lawrence Anyways di Dolan, è qui il più sinistro dei villain, pronto a tutto pur di piegare la storia alla sua volontà.
In Coup de chance il destino si fa beffe dei progetti dei protagonisti, della loro determinazione e della loro superbia. Quando tutto sembra convergere verso un finale già scritto, ecco che l’imprevisto sconvolge i piani criminali.
Di solito quando accade, questo lascia nello spettatore un senso d’amarezza e di sconfitta, ma qui siamo in una commedia alleniana ed allora il risultato è quello di riportare una parvenza di equilibrio nel grande gioco della vita, in cui si può farla franca coi propri misfatti e venire a patti col senso di colpa, ma alla fine è meglio confidare in “un colpo di fortuna”.
Sono queste le parole – recitate significativamente in francese – con cui si chiude il film e probabilmente l’ultima pagina della comedie humaine, che Allen ci ha raccontato in questo ultimo mezzo secolo, con la leggerezza e la profondità destinate ai più grandi.
Imperdibile.
