Jurassic World

Jurassic World *1/2

Dopo una lunga fase di scrittura e pre-produzione che ha coinvolto molti sceneggiatori e nella quale si era anche ipotizzato un coinvolgimento diretto di Steven Spielberg, alla fine è stato il giovane Colin Trevorrow a prendere la guida di uno dei franchise più importanti dell’ultimo mezzo secolo.

Importanti non tanto per la qualità dei tre capitoli sinora girati, quanto perchè il capostipite, assieme a Terminator 2 di Cameron fu il primo film ad usare la computer grafica nel lontano 1993, creando di fatto una pagina nuova negli effetti speciali cinematografici e consentendo di poter davvero sognare, senza più limiti.

Quel magnifico doppio carrello spielberghiano in cui Sam Neil e Laura Dern ammirano stupefatti il brachiosauro restituito a nuova vita grazie alla clonazione del DNA del visionario Dott. Hammond (…ed alla straordinaria perizia degli effetti della ILM…) è una delle epifanie cinematografiche più potenti a cui ci sia capitato di assistere.

In quel film imperfetto, le ossessioni di Michael Crichton su una scienza senza più limiti e l’epica dei ragazzi in pericolo di Steven Spielberg si fondevano in un racconto non sempre bilanciato dal punto di vista narrativo, ma indubbiamente efficace nella costruzione delle attese e nella sorprendente ferocia degli esemplari fuori controllo.

Il quarto episodio della saga cerca di ripetere, come in un esperimento di laboratorio, quello stesso dualismo iniziale, aggiornandolo agli interrogativi di oggi, tra ingegneria genetica spregiudicata, necessità di far quadrare i bilanci dello spettacolo con una continua stimolazione emotiva, bambini in pericolo e primato della famiglia, pur imperfetta.

Peccato che dietro la macchina da presa non ci sia il maestro de Lo squalo e Incontri ravvicinati, ma il pressochè sconosciuto Trevorrow, che sembra davvero spaesato sull’Isla Nublar, sempre un passo dietro agli eventi, mai capace di donare senso ad un’infilata di scene d’azione che non impressionano nessuno, inframmezzate da intermezzi da commedia che non fanno altro che rendere ancor più stereotipati e bidimensionali i personaggi in campo.

Il film ricomincia sull’isola dove il Dott. Hammond, nel primo episodio, aveva aperto il Jurassic Park. Ora l’attrazione si chiama Jurassic World ed è guidata da un indiano, Mr. Masrani, che ha affidato ad un team di scienziati la creazione di nuove specie ibride di dinosauri, per regalare sempre nuove attrazioni al suo pubblico.

A guidare il parco c’è una donna, Claire, che deve dividersi tra i test sulla nuova creatura, l’Indominus Rex, i nipotini in arrivo dagli Stati Uniti, un ex soldato – Owen Grady – che sta sperimentando un dialogo con i velociraptor ed un contractor militare – la InGen – che vorrebbe sfruttare alcuni esemplari, come armi per la Guerra globale al terrorismo.

Naturalmente proprio mentre i due ragazzini sono in visita al parco, l’Indominus Rex sfugge al controllo dei suoi creatori scatenando l’inferno su Isla Nublar.

Non sveleremo di più sulla trama, ma davvero c’è ben poco da immaginare, perchè non c’è una sola sorpresa nello script che Trevorrow ha confezionato con Derek Connolly.

Si salva quasi solo il finale da film di serie B, da kaiju giapponese, finalmente scatenato e impressionante.

La chimica tra Claire e Owen, che dovrebbe sostenere la sotto-trama da romantic comedy, è pressochè inesistente, solo un po’ meno imbarazzante di quella tra Harrison Ford e Anne Heche in Sei giorni sette notti.

Chris Pratt nel ruolo dell’eroe d’azione non ripete l’exploit de I guardiani della galassia e sembra quasi trattenuto in un ruolo senza alcuna plausibilità, che non gli consente mai di brillare.

Bryce Dallas Howard ce la mette tutta ed è anche encomiabile come protagonista – e forse il cinema avrebbe dovuto regalarle parti migliori di quelle che ha avuto sinora – ma è costretta a correre a perdifiato nella foresta per due ore di film con scarpe chiare tacco 12, senza mai slogarsi una caviglia.

Vincent D’Onofrio continua nella sua galleria di bad guys, che comincia ad essere davvero stucchevole, mentre il resto è puro contorno e i due ragazzini non aggiungono davvero nulla, neppure quella istintiva empatia, che Spielberg era maestro nel creare.

Il finale aperto prelude a nuovi sequel, se gli incassi dovessero sorridere a questo film che si distingue anche per uno dei più inutili 3D della storia recente, incapace di usare la profondità di campo e lo spazio del quadro, nemmeno in funzione horror.

Jurassic World si riduce in fondo ad uno spottone, neanche troppo riuscito, per la vendita di gadget e pupazzetti. Che sia questa la sua funzione primaria?

5 pensieri riguardo “Jurassic World”

  1. […] Jurassic World, il quarto episodio della serie inaugurata da Steven Spielberg nel 1993, fa strage al box office mondiale con un risultato da segnare negli annali. […]

  2. […] Jurassic World ha accumulato ben 558 milioni negli States e 1.385 worldwide, che gli valgono il quarto posto assoluto nel proprio paese ed il quinto globale. E’ probabile che il film di Trevorrow riesca a scalzare The Avengers dal podio americano. Difficile che possa far meglio a livello internazionale. Inside Out invece ha raccolto sinora 246 milioni al box office americano ed è al settimo posto nella speciale classifica delle quindici animazioni della Pixar: dovrebbe agevolmente salire sul podio nelle prossime settimane, scalzando Up e rimanendo dietro solo a Toy Story 3 e Nemo. Il film della Pixar deve ancora uscire in molti territori. Sinora ha incassato 363 milioni a livello globale, destinati ad aumentare. Dietro i due dominatori estivi, si affaccia il quinto – forse inutile – Terminator Genisys diretto da Alan Taylor che ha fatto 28 milioni nel weekend per un incasso globale di 44 nel corso della settimana: nonostante le recensioni pessime, non è andata così male. E gli incassi dall’estero lo stanno aiutando: 85 milioni di dollari. Alle sue spalle l’altra new entry settimanale, Magic Mike XXL con 11 milioni e 26 complessivi nella settimana: anche qui, rispetto alle attese, non ci sono grandi passi indietro. Arranca al quinto posto Ted 2 con 11 milioni e 58 complessivi: lontanissimi i numeri del primo episodio… Chiudono la top ten due film del Sundance: al nono posto Me & Earl & The Dying Girl che alla sua prima espansione in 800 sale incassa 1,3 milioni per un totale ormai arrivato a 4, mentre al decimo posto Dope perde la metà delle sale e deve accontentarsi di un altro milione, per un totale di 14 in 3 settimane. In Italia è ancora in vetta Ted 2 invece che in due weekend ha incassato quasi 2 milioni e mezzo, alle sue spalle Jurassic World che ha ormai raggiunto i 13 milioni ed è solo il settimo incasso di stagione dietro e Cenerentola, ma non sembra in grado di salire ulteriormente. I dinosauri non impressionano più di tanto, fuori dagli Stati Uniti: il film è obiettivamente orribile e il passaparola non lo sta certo aiutando… […]

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