Questa settimana Paolo Mereghetti dedica la sua recesione ad un piccolo film, visto in anteprima alla Mostra di Venezia, premiato con la Coppa Volpi per la migliore attrice ed uscito in sala grazie alla coraggiosa Tucker Film.
Difficilmente troverete A simple life nei multiplex.
Mereghetti gli assegna tre stellette e mezza:
[…] tema centrale del film, quella «storia vera» che il produttore Yan-lam Lee ha voluto trasformare in film, collaborando anche alla stesura della sceneggiatura insieme a Susan Chan, per rendere omaggio alla ragazza che era entrata in casa sua a tredici anni come «amah», cioè serva, e per sessant’anni aveva servito con la stessa dedizione quattro generazioni della sua famiglia. Nel film la famiglia cambia nome in Leung e all’inizio del film vediamo la protagonista Ah Tao (l’ottima Deanie Ip) ancora intenta, a oltre settant’anni, a compiere le sue mansioni domestiche: i tanti membri della famiglia sono emigrati in America e a Hong Kong è rimasto solo Roger (Andy Lau, anche lui eccellente), produttore cinematografico sempre in viaggio tra la città e il «continente.
[…] ma quando un infarto la costringe a pensare alla pensione e al ritiro in una casa per anziani, dietro all’apparente freddezza Roger dimostra un attaccamento e una riconoscenza per la sua vecchia tata forse inaspettate. E si dà da fare per aiutarla in tutti i modi. Inizia così la parte centrale del film, il ritratto partecipe e malinconico di una donna che per tutta la vita si è occupata degli altri e adesso deve cominciare a occuparsi di se stessa. E soprattutto deve fare i conti con una vita che sembra pian piano sfuggirle.
[…] È questo, quello della riconoscenza, l’elemento che introduce l’altro tema del film, quello di un legame umano che a Hong Kong non sembra ancora soffocato dall’individualismo e dall’arrivismo che stanno conquistando la Cina. È un filo rosso sotterraneo, non certo gridato (in sintonia con la delicatezza e la tenerezza di tutto il film) che ogni tanto riaffiora con piccole ma precise allusioni.
[…] Così il film intreccia perfettamente le sue due anime: da una parte racconta con pudore ma anche senza facili infingimenti un percorso di avvicinamento alla morte […] e dall’altra, attraverso la dedizione di Roger e della sua famiglia ma anche grazie alle tante piccole notazioni sulla «diversità» hongkonghese, ricorda a chi guarda l’importanza della riconoscenza e del rispetto per le persone che ci stanno vicine.

