Si è spenta dopo una lunga malattia Maria Schneider, attrice francese, ribelle e anticonformista, capace di imporre, con due soli film, il suo volto e la sua fisicità prorompente, nell’immaginario collettivo degli anni ’70.
Protagonista, appena vent’enne, di Ultimo Tango a Parigi era stata poi scelta da Michelangelo Antonioni, per affiancare Jack Nicholson nel bellissimo Professione: Reporter.
Indubbiamente il suo nome resta legato al film di Bertolucci ed alle torride scene con Marlon Brando: la Schneider aveva poi rinnegato quell’esperienza e accusato il regista emiliano di essersi approfittato di lei. Curiosamente le stesse accuse mosse da Brando, che per molti anni ha rifiutato di parlare con Bertolucci.
Quello che davvero sia successo su quel set parigino rimane ormai inattingibile. Resta l’impronta di un capolavoro che sfida il tempo, un film epocale, capace ancora di fare scalpore quarant’anni dopo, non tanto per il sesso, quanto per la disperazione, il dolore, il senso di morte che aleggia sul film, vincendone anche gli errori, le imperfezioni, le scelte ormai datate.
Peccato che la Schneider si sia sentita tradita dal suo regista: non ha compreso che Bertolucci le ha fatto il regalo più prezioso che il cinema possa fare ad un’attrice. Ha reso immortale la sua giovinezza, la sua fisicità travolgente, la sua vitalità conturbante.
Aveva 58 anni.

