Mercoledì: la seconda stagione, in cerca di coralità ed emozioni, non conferma il successo della prima

Mercoledì **

Mercoledì Addams (Jenna Ortega) ha un carattere forte, tutta d’un pezzo: determinata, ama la solitudine e non cerca l’approvazione degli altri. La sua fascinazione per la morte e la sofferenza non è una dipendenza o una patologia, quanto l’espressione di uno sguardo sul mondo di assoluta originalità che però sconta i limiti di una prospettiva ancora in fase di definizione, come è naturalmente quella propria dell’età adolescenziale. In questa seconda stagione dell’omonima serie la ritroviamo alla scuola per reietti Nevermore Academy, dove studiano lupi mannari, mutaforma, sensitivi, sirene e una molteplicità di adolescenti dai più svariati poteri. Una volta tornata alla Nevermore Mercoledì deve fare i conti con le conseguenze della sua fama: è infatti l’eroina che ha salvato la scuola dal redivivo pastore e fanatico religioso Joseph Crackstone e dall’Hyde, ovvero Tyler Galpin (Hunter Doohan) che ora è stato rinchiuso in un centro di osservazione dei reietti con problemi psicologici. Mercoledì deve quindi muoversi tra le conseguenze della fama, gli insistenti messaggi di un misterioso stalker, visioni di morte che riguardano la sua compagna di stanza e amica Enid Sinclair (Emma Myers) e misteri che riemergono dal passato della famiglia Addams. Come se questo non bastasse, si ritrova coinvolta in una serie di omicidi con una firma inconfondibile: da qualche parte si nasconde un assassino capace di controllare i corvi e di trasformarli in strumenti di morte.

Partendo da un telaio narrativo speculare a quello della prima stagione, questa seconda annata di Mercoledì si caratterizza per uno spazio maggiore riservato a tutti i membri della famiglia Addams e in particolare a Morticia (Catherine Zeta-Jones).Questa ricerca di coralità, così come l’affollamento di personaggi che caratterizza in particolare la seconda parte della stagione, porta ad una dispersione narrativa che oscilla tra divagazioni poco funzionali alla trama orizzontale e singole scene autoconcluse, montate con uno stile proprio delle pubblicazioni sui social media.

L’affollamento di situazioni e personaggi limita l’approfondimento dei caratteri e delle relazioni. Se il tema principale del racconto è quello del rapporto tra genitori e figli e, in senso più ampio, del rapporto con la propria storia, in primis quella famigliare, l’analisi delle singole dinamiche che rimandano a questo rapporto resta superficiale. Prendiamo ad esempio quello tra Morticia e la madre(JoannaLumley), o quelli tra Mercoledì e Morticia, tra Bianca e la madre sirena o tra Tyler e il padre sceriffo: sono tutte descritte sulla base di modelli relazionali scarsamente originali e poco sfaccettati. Manca una vera elaborazione del rapporto genitori-figli, che finisce per essere un elemento accessorio all’interno della narrazione, influenzando certamente il corso degli eventi, ma senza quell’approfondimento necessario a creare nello spettatore una negoziazione reale e approfondita sulla questione.

Complessivamente il mistery/true crime è preponderante: più che nella prima stagione Mercoledì è impegnata in un’indagine che vuole portare a termine per salvare la vita della propria migliore amica, ma anche per un desiderio del tutto personale di giustizia, che peraltro viene delineato già nel primo episodio, con la storia dello Scotennatore di Kansas City. Jenna Ortega si adatta benissimo a questa nuova sfumatura e alla necessità che il suo personaggio ha di scendere a patti con i suoi pari per ottenere il loro aiuto, necessario alle indagini. Tim Burton ha definito la protagonista della serie come “un’esclusa tra gli esclusi”, ma  in questa stagione si capisce meglio come la sua condizione non sia una scelta snobistica o un modo per attirare maggiormente l’attenzione, ma piuttosto rispecchi l’abisso che divide Mercoledì dallo sguardo che hanno gli altri suoi coetanei, senza che questo le impedisca comunque di provare, almeno per alcuni di loro, un affetto sincero, anche se celato dietro un’apparenza gelida e distaccata.

Peccato che siano pochi i caratteri con la complessità e ricchezza di sfumature di Mercoledì: la maggiore presenza di Morticia paradossalmente ha depotenziato il personaggio, imprigionandolo nel ruolo di madre (e figlia) problematica; mentre i nuovi personaggi non hanno l’appeal di quelli che hanno sostituito, a cominciare dal nuovo preside, il doppiogiochista Dort, interpretato da Steve Buscemi e con un carisma decisamente inferiore a quello della preside Larissa Weems (Gwendoline Christie) che peraltro ritorna come spirito guida di Mercoledì negli ultimi episodi.

Se dal punto di vista della scrittura emergono i limiti sopra descritti, dal punto di vista tecnico possiamo invece riscontrare un miglioramento degli effetti digitali che contribuiscono a rendere in modo più efficace l’atmosfera cupa della stagione. Accattivante la colonna sonora che conta sulla canzone ad effetto The Dead Dance di Lady Gaga, che troviamo anche come interprete nel ruolo di Rosaline Rotwood

La cura tecnica, il coinvolgimento di nomi ad effetto, la solida fanbase legata alla famiglia Addams, peraltro ampliata e rivitalizzata dalla prima stagione, non sembrano però aver garantito alla serie il successo sperato. Wednesday 2, rilasciata in due parti, una dal 6 agosto e una dal 3 settembre, ha ottenuto un successo di pubblico (finora) ampiamente inferiore alla precedente, con una diminuzione superiore al 35% degli accessi nelle prime tre settimane di distribuzione sulla piattaforma Netflix. Le ragioni ipotizzate sono diverse: si va dalla scelta di dividere in due parti la stagione alla mancanza del traino costituito dal ballo di Mercoledì, che aveva spopolato su TikTok, ma forse il motivo è più semplice: la serie è meno performante della prima stagione.

TITOLO ORIGINALE:Wednesday

DURATA MEDIA DEGLI EPISODI:45 minuti

NUMERO DEGLI EPISODI:  8

DISTRIBUZIONE STREAMING:Netflix

GENERE:Dark ComedyCrimeNoir

CONSIGLIATO:a quanti provano nostalgia per la Nevermore Academy e peri personaggi strambi e stralunati della Famiglia Addams

SCONSIGLIATO:inadatto ad un pubblico in cerca di una storia originale e di caratteri solidi: a parte la protagonista, gli altri risultano poco significativi. Anche i fan di Tim Burton rimarranno delusi: dell’universo creativo intimista e malinconico del regista statunitense non restano che poche tracce.

VISIONI PARALLELE:A quanti non l’avessero visto vale la pena di segnalare Edward Mani di Forbice di Tim Burton: il film, datato 1990, rappresenta uno strumento potente e poetico di esplorare il tema della diversità e dell’eccentricità.

UN’IMMAGINE:la serie come detto è composta da una molteplicità di scene che potrebbero essere smontate e utilizzate per reel da social. Quindi è tutt’altro che complicato andare ad identificare momenti memorabili, la questione è che restano però fini a se stessi, senza quindi un legame e senza una vera e propria scala di valore. Abbiamo quindi scelto la scena che esemplifica, naturalmente in modo non voluto, questo concetto: quella in cui Mano partecipa alla riunione del gruppo di Mutuo Aiuto per parti del corpo isolate dal resto dell’organismo: c’è un orecchio, due occhi, una gamba e, appunto Mano. Il motto del gruppo è: la parte vale più del tutto. Uno slogan che possiamo adattare anche a questa seconda stagione di Wednesday.

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