I cieli di Philadelphia: il coraggio di Mickey Fitzpatrick, madre, sorella, poliziotta.

I cieli di Philadelphia ***

“Mettimi la mano sulla schiena, diceva Kacey, e io obbedivo ripensando con tenerezza alla mano di mia madre sulla pelle. Forse cercavo di trasmetterle il senso del suo valore, di convincerla che ero il recipiente
da cui si riversava l’amore di nostra madre per lei, di immunizzarla contro le cattiverie del mondo”.

Una scelta sbagliata può somigliare molto a un patto col diavolo. Questo è l’insegnamento impartito da Mickey Fitzpatrick a suo figlio Thomas nel primo episodio di Long Bright River, serie in otto episodi basata sull’omonimo bestseller del 2020 edito in Italia da NNE con il titolo I cieli di Philadelphia. L’autrice del libro, Liz Moore, giornalista del New York Times, ha cofirmato la sceneggiatura con Nikki Toscano (Hunters, The Offer). Il mito faustiano si addice a questa racconto di caduta agli inferi e di possibile, sofferta redenzione.

Il tentativo di Mickey, empatica poliziotta con un passato oscuro, di salvare sua sorella Kacey dai gironi della tossicodipendenza è il vero motore della storia.I cieli di Philadelphia è un crime anomalo che vince sul lato umano,tradendo però le attese di chi avrebbe immaginato di assistere alla classica caccia all’assassino.

Di fronte alla prima vittima, Mickey sobbalza e cade in una sorta di trance. Sua sorella, tossicodipendente, è scomparsa da settimane. Il volto della ragazza è piegato e i capelli sono dello stesso colore di quelli di Kacey, rosa. Una volta alzato il cappuccio della felpa, capisce che non è lei. È un sollievo solo momentaneo.

Inizialmente le morti sono derubricate aoverdose. Ma non è così. La presenza di insulina nei corpi segnala la volontà di uccidere. Nel quartiere ad alta densità criminale di Kensington opera un serial killer. L’obiettivo del misterioso assassino sono giovani donne. La serie insiste sull’aspetto sociale del dramma e il quadro si fa presto chiaro. Le vittime corrispondono a un preciso identikit. Si tratta di ragazze fragili, fuggite da un marito violento o da padri padroni, destinate a cadere, prima o poi, nel circolo vizioso della droga e della prostituzione. Una di loro è appunto KaceyFitzpatrick, un tempo adolescente ribelle e in competizione con Mickey, la sorella affascinata dai libri edalla grande musica.

La serie incastra, nella cornice di un grande mosaico familiare che va componendosi pezzo dopo pezzo, i momenti chiave del complicato rapporto tra le sorelle Fitzpatrick. La sofferta fiducia delle protagoniste nella possibilità di una futura riconciliazione, al termine di un percorso di vita terremotato da lutti e sofferenze, è al centro del racconto.

Persi i genitori, Mickey e Kacey crescono con il nonno, un rude immigrato irlandese dal cuore d’oro. Mickey sviluppa una passione per l’oboe. Kacey, meno baciata dal talento, preferisce le amiche del quartiere. A poco a poco le strade si separano. Negli anni dell’adolescenza (trascorsi, per sua stessa ammissione, nel silenzio e volutamente in disparte dal resto dei compagni di scuola) Mickey iniziare a fare coppia con un poliziottomolto più grande di lei, Simon, mentre Kacey si abbandona a un’esistenza randagia e refrattaria alle regole. Dopo la rinuncia alle lezioni di musica, Mickey si arruola in polizia. Kacey conosce la droga e il carcere.

Mickey non trova alleati tra i colleghi uomini. Il suo partner attuale, Eddie Lafferty, commenta i casi di omicidio con un misto di superficialità e fatalismo. Il viscido Sergente Ahearn non le dà credito. Simon Cleare, l’ex marito, è un poliziotto dalla morale ambigua. L’unico di cui si fida è Truman Dawes, un tempo suocompagno di pattuglia e ora in congedo. I due iniziano un’indagine parallela, non ufficiale e ad alto rischio.

Sono agenti semplici, poliziotti di strada, non detective. Truman rientra nella vasta schiera dei perdenti. Costretto a barcamenarsi tra i debiti rimediati con il gioco d’azzardo, è ormai un uomo solo, appeso all’esile filo di un lavoro, peraltro messo in pausa, che difficilmente ripaga. Ha solo Mickey, di cui si innamorerà, ricambiato, senza che questo faccia de I cieli di Philadelphia una serie romantica. Anzi. L’amore, se esiste, è sempre in forma di promessa, di mondo a venire. La paura respirata nei vicoli si insinua nelle case, nei ricordi, nelle trame delle relazioni personali, trasformando la vita in un esperimento fragile.

Non c’è protezione, nè solidarietà umana, sotto i cieli impietosi di Philadelphia. Nessuno è riuscito ad affermarsi come avrebbe meritato. I sogni di tutti, secondo vari gradi di sconfitta e umiliazione, si sono disintegrati. L’albero genealogico dei Fitzpatrick, con le sue caselle non riempite, frutto di eventi rimossi e omissioni,manifesta quanto sia andato personella famiglia. Si fa cenno alla madre di Mickey e Kacey, morta di droga, e al padre scomparso nel nulla. Le vicende private risentono del clima sociale dell’America di inizio anni Duemila, avvelenata dall’epidemia di oppioidi.

Mickey tenta con tutte le sue forze di assicurare al figlio Thomas una buona istruzione, arrivando a privarsi del suo amatissimo strumento, venduto per un pugno di dollari al banco dei pegni. L’iscrizione alla costosa scuola privata è un investimento reale, per un futuro possibilmente migliore. Simon, il padre, ha rinunciato da tempo a voler contribuire alsuo mantenimento. I cieli di Philadelphia entra con crudezza anche in questi meccanismi del quotidiano.

La notte ha grande spazio nella serie. La notte dilata le percezioni. La città vista dall’alto brilla di mille luci. Eppure le strade restano buie. “Cosa stiamo facendo Mickey? Lo sai che non sono solo poche mele marce. Non credo sia possibile essere una mela buona quando l’intera sistema è corrotto. Ho passato 25 anni a guardare questa strada, a guardare la gente che ci vive. Ogni sindaco prometteva di ripulire Kensington ma siamo noi a fare le perlustrazioni”. C’è amarezza nella parole di Truman. La politica è parte del problema. La polizia è parte del sistema.

Nella cerchia familiare di Mickey occupa un ruolo importante il nonno Gee, gestore di un pub all’antica. È una figura di riferimento non esente da ruvidezze,patriarcale in un’accezione tutto sommato positiva del termine, forse l’ultimo punto di riferimento di un’intera storia familiare che corre il rischio di essere spazzata via. Gee ha visto morire sua figlia a causa della droga dei poveri, l’ossicodone, e le sue nipotifinire imbrogliate dal medesimo uomo, il vile Simon.Sebbene poco educativa agli occhi dell’iperprotettiva madre poliziotta, l’iniziativa di regalare al piccolo Thomasuna slot-machine giocattolo ha comunque un senso. Gee avvicina il bisnipote al suo mondo, fatto di consuetudini, colori e cognomimolto irlandesi.Preparare Thomas alla parata in maschera dei Mummers, che si svolge a Philadelphia ogni primo dell’anno, equivale a un rito di passaggio. Il bambino non desidera altro. Divertirsi. Ed imparare, ad esempio, il canto degli uccelli.

L’ansia di Mickey si accresce quando è aggredita sotto casa dal fidanzato di Kacey, un brutto ceffo legato al mondo dello spaccio. Il male nella serie è sempre il prodotto della violenza maschile, sotto forma di attività illecita, corruzione, manipolazione o ricatto. E le donne? Mickey instaura un ottimo rapporto professionale con il medico legale, la dottoressa Aura Williams, che le fornisce un supporto vero durante l’indagine, e trova un inatteso sostegno, di segno materno, nell’anziana dirimpettaia, ex infermiera e prima ancora… suora.

La scrittura restituisce una chiara rappresentazione dei rapporti di forza.La spaccatura è verticale. Tra le istituzioni e la comunità non c’è dialogo. Presunti tutoridell’ordine pubblico approfittano della divisa, intesa come il lasciapassare per ogni nefandezza. Sfiduciate e rassegnate alla sconfitta, le donne sono esposte alla brutalità del potere maschile.L’ingiustizia si materializza in vari modi. Il distacco forzato dai figli, affidati ai servizi sociali, è un esempio eclatante della sofferenza causata alle madri. Le pareti di casa nascondono episodi di ordinaria violenza e le strade sono trappole cieche.“Il quartiere è cambiato, non c’è più rispetto”, ammette Truman. La visione è filtrata dalla nostalgia, la stessa commovente nostalgia che Mickey associa al suono del corno inglese. Lo stato di bisogno soffoca la pietà. Mickey viene brutalmente picchiata dalle stesse ragazze che vorrebbe salvare.

La serie ci interroga sulla possibilità della parola. Mickey si trincera spesso nel silenzio, dicendo a sua sorella e a Truman, in momenti diversi, di non essere pronta a parlare. La comunicazione malata gira attorno all’inviolabilità dei segreti. Uno di questi, cioè la verità su Thomas, è piantato nella coscienza di Mickey, come una freccia che non smette mai di premere sulla ferita.Eppure,c’è modo di guardare oltre e disfidarel’apparente ineluttabilità deldestino. Kacey ritorna. Per Mickey è una doppia epifania. Il padre è vivo e Kaceyaspetta un bambino. Chi nasce da una madre tossicodipendente non è condannato, a patto che la creatura indifesa riceva l’amore del prossimo.

“Tua madre da piccola sapeva sempre come affrontare il dolore”, dice Kacey a Thomas. Mickey non è un’eroina, anzi è titubante, diffidente, imbarazzata. Nonostante le sue mancanze, riesce però a riprendere in mano il filo di una vita incerta e ad emanciparsi dal passato. La cultura (da bambina andava ai concerti di musica classica e leggeva Steinbeck) le ha mostrato la via. La malvagità, viceversa, è piatta, banale. L’attempato agente Lafferty, che spesso si lamenta del lavoro, sbandierando ai quattro venti la propria inadeguatezza al ruolo, è il simbolo di una mascolinità arrendevole e degenerata.

Chi si distingue per professionalità è il detective Danjarat, aperto all’ascolto e intuitivo. Uno straniero, etnicamente distante dalla maggioranza dei suoi sottoposti e dal cognome difficile da pronunciare. Quando Mickey giunge alla difficile decisione di dimettersi, Danjarat prova (inutilmente) a dissuaderla. La serie non dispensa happy ending consolatori. La musica, il grande sognorimasto sepolto da anni, potrebbe riaffiorare in superficie, nel contesto di un finale che, dopo tanto pessimismo della ragione, sposta le lancette verso un cauto ottimismo della volontà. Ascoltando Dvorak o Liszt, Mickey ha un assaggio di pace. Si potrebbe concludere che la vita potrebbe essere simile a un assolo di oboe: calma, soddisfatta e imperturbabile.

La ferrovia sopraelevata e il fiume. Gli immobili diroccati e le tende delle ragazze. I murales e i cortili interni dello spaccio. Il quartiere è fotografato nei suoi aspetti urban, tra disperata vitalità e decadenza. I cieli di Philadephia si regge, moltissimo, sull’interpretazioneaccorata e sensibile di Amanda Seyfried. L’attrice di Allentown (Mean Girls, Mank, Twin Peaks, The Dropout) fa suoi i tormentidi Mickey. La medesima intensità nervosa è garantita da Nicholas Pinnock (Counterpart, Django) nella parte di Truman. Completano il cast principale Ashley Cummings, John Doman e il giovanissimo Callum Vinson, vera sorpresa della serie.

Titolooriginale: Long Bright River

Numero di episodi: 8

Durata:50 minuti ciascuno

Distribuzione: TimVision

Uscita in Italia: 27 marzo 2025

Genere: Crime, Drama.

Consigliato a chi:ha un nascondiglio segreto, vorrebbe ricevere per Natale qualcosa che ha dato via in passato, non usa la parola partner.

Sconsigliato a chi: critica chi si veste a carnevale, non ha mai imparato a giocare a carte, non sa installare un sistema di allarme.

Visioni e letture parallele:

  • Philadelphia è anche la città di ambientazione della recente Dope Thief, distribuita da AppleTv+.
  • Uno dei migliori film sul desiderio di emergere con la musica: Whiplash di Damien Chazelle, 2014, disponibile su varie piattaforme.
  • Di Liz Moore, oltre al libro da cui è tratta la serie, consigliamo Il dio dei boschi, NNEditore, 2024.

Un mezzo da tenere d’occhio: il pickup rosso.

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