Whiskey on the Rocks: storia semiseria di una crisi internazionale tra le peggiori di sempre

Whiskey on the Rocks **1/2

Come reagireste se un sottomarino si arenasse di fronte a casa vostra? È l’esperienza realmente occorsa a due attempati fratelli svedesi nell’ottobre del 1981. Tutto iniziò con uno strano rumore avvertito prima di andare a dormire. E poi, all’alba, quando uno dei due, da buon pescatore, prese la barca per andare al largo a ritirare le reti, lo vide. Un gigantesco U-137 sovietico incagliato tra gli scogli dell’area militare interdetta di Karlskrona. Incredibile ma vero. Come e perché accadde? E cosa comportò in termini di relazioni internazionali nel pieno della guerra fredda? La miniserie Whiskey on the Rocks (W.o.t.R.), coprodotta da SVT1 e The Walt Disney Company, ce lo spiega. Non aspettiamoci però un documentario, né una fiction drammatica appoggiata a una ricostruzione storica fedele. Gli autori spingono volutamente sul tasto della satira e ci fanno divertire.

Il fatto destò un enorme scalpore soprattutto nell’area scandinava. Lo stallo durò 11 giorni e rischiò di compromettere tragicamente i rapporti già tesi tra le superpotenze. Forse non siamo stati mai sull’orlo di una guerra nucleare come allora. Eppure… la premessa è ridicola. Prime sequenze: la sera antecedente il fatto, a bordo del sommergibile è in corso una festicciola fortemente alcolica. Si brinda in onore del tenente Tarasenko, l’ufficiale politico del KGB ansioso di tornare a casa da sua moglie e dal figlio appena nato.

Ogni popolo, d’altronde, ha i suoi difetti. Non si dovrebbe mai essere alticci quando si tratta di impostare una rotta. La rappresentazione dei russi, cioè dei sovietici, affonda simpaticamente gli artigli nel solito cliché. Che inguaribili ubriaconi! Anziché arrivare dritti dritti a Kaliningrad (una base navale di fondamentale importanza strategica, attualmente un’exclave di Mosca incastrata tra la Polonia e la Lituania), il sottomarino vira verso nord, in direzione Svezia. Patatrac! Il capitano Peskov, disperato, non si staccherà più dalla bottiglia.

La pacifica Svezia era una nazione neutrale governata da una coalizione di Centro. Thorbjörn Fälldin, il Ministro di Stato, cioè l’equivalente del nostro Presidente del Consiglio, è qui interpretato da Rolf Lassgård, attore molto noto in patria per essere stato il primo a prestare il volto al Commissario Wallander, protagonista dei romanzi polizieschi di Henning Mankell (pubblicati in Italia da Marsilio). Fälldin parlava un inglese stentato. Non il miglior skill per affrontare una questione così delicata.

Tuttavia, il cv di un uomo politico può riservare molte sorprese. Prendiamo le pecore, ovvero le molte razze di pecore che costituiscono, per Fälldin, l’unica divorante passione. In effetti, la sintonia umana tra Fälldin e Aleksandra Kosygina, l’ambasciatrice sovietica a Stoccolma, appare facilitata da questo particolare background. I due, a colloquio sui destini del mondo, scoprono di provenire entrambi dalla campagna. Fälldin fu presidente dell’ordine degli allevatori per sette anni, una rete di conoscenze sulla quale con ogni probabilità potè contare nei momenti più difficili… Dobbiamo alle ruminanti pecore la salvezza della razza umana? Chissà. Di certo, almeno a prestar fede a W.o.t.R., grazie alla Kosygina la diplomazia ebbe la meglio sugli istinti più bellicosi.

Si scrive guerra e si legge Reagan e Bréžnev. Ai presidenti di USA e URSS sono riservate le scudisciate migliori. Il compagno Bréžnev, interpretato dall’attore lituano Stasys Jakstas, è ormai rimbambito, confonde la Svezia con le Filippine e… dimentica tutto. Bisogna ripetergli più volte la stessa informazione senza avere la minima certezza che abbia compreso il messaggio e purtroppo stavolta il messaggio è più allarmante del solito.

La soluzione del Segretario Generale del PCUS alla crisi svedese è radicale. In caso di irruzione del nemico a bordo, comanda al capitano Peskov di far saltare in aria l’U-137. Considerato il suo carico radioattivo, l’esito del “Piano Diabolico” sarebbe la devastazione definitiva di un pezzo di Scandinavia… ma chi se ne importa!

Diplomazia. Che parola di merda è? Reagan e Bréžnev sono d’accordo sull’inutilità del dialogo. La linea rossa è bollente ma le segretarie di traducono le telefonate tra i due leader a modo loro. “Figlio di una cagna orfana” diventa “Salve Onorato Presidente, a cosa devo questo piacere?” Dobbiamo alle sagge interpreti, amiche a distanza, la sopravvivenza dell’umanità? Nemmeno questo può essere escluso a priori.

Se l’inquilino del Cremlino è una specie di zombie irascibile imbevuto di alcol, quello della Casa Bianca, Ronald Reagan, è perfettamente definito dal suo soprannome. Cowboy. L’ex attore convertito alla politica è interpretato dall’attore britannico Mark Noble. Il suo forte sono le barzellette. Peccato che nessuno le capisca. Perennemente abbronzato e distolto dalle sue occupazioni quotidiane (il golf, il tiro al piattello, il big mac sbranato davanti alla TV), il Cowboy minaccia di invadere la Svezia.

Nella serie anche la nazione di Strindberg e Bergman non brilla in fatto di sagacia e intelligenza. Niklas Engdahl, attore svedese, impersona il generale Börie Lagerkrantz. Per lui, allergico alla burocrazia, il sottomarino incagliato è un’occasione di vendetta. I suoi nonni furono deportati dai bolscevichi. L’anticomunismo viscerale, che lo porta a vedere infiltrati ovunque (compreso il mite Segretario di Stato), lo spinge all’impresa. In mancanza d’altro, anche una barca a remi va bene. Con quale proposito? Avvicinarsi al sommergibile e verificare la presenza di siluri a testata nucleare con un marchingegno artigianale… Quindi, una volta appurata la minaccia esistenziale, scatenare l’inferno. Con quali truppe? Occorre accontentarsi. Un manipolo di militari facinorosi ai suoi comandi potrebbe essere sufficiente. O forse no.

L’Operazione Matrioska incontra ostacoli inaspettati. Un soldato è costretto a riparare nella casa dei due fratelli (proprio loro, quelli che scoprirono per primi il sottomarino e inizialmente non furono creduti da nessuno) per farsi levare decine di zecche dalle parti intime. Missione fallita.

Non si creda però che le forze armate “ufficiali” siano più efficienti. Lato Svezia, domina una certa improvvisazione, non priva di spunti di creatività. Conquistarsi la fiducia dei “compagni” a forza di polpette e giornaletti spinti? È possibile. Promettere un’antenna radio per facilitare le comunicazioni con la madrepatria e intanto sbirciare qua e là cercando di carpire i segreti del sommergibile? Anche questo è ammesso. Lato URSS, vince lo sconforto. Il Capitano Peskov teme per la sua famiglia e ha immaginato un’onorevole via d’uscita sotto forma di bomba a mano. Ben venga l’intervento dell’ambasciatrice Kosygina (interpretata dall’attrice finlandese Elsa Saisio) e lo scambio organizzato con il serafico numero due del Cremlino, Jurij V. Andropov, destinato a un’effimera promozione a capo dell’Unione Sovietica da lì a meno di un anno.

Tarasenko è la pedina di un complesso gioco tra le grandi potenze. Riuscirà ad ottenere l’esilio in Svezia? Ma, a ben pensarci, non sarebbe meglio puntare a un futuro da attore in America, magari a Hollywood? Telefonate intercettate da oscuri funzionari, il gioco degli scacchi preso a modello di strategia risolutiva delle crisi internazionali, ministri a rischio di avvelenamento per mano russa, agenti della CIA che candidamente ammettono di far sparire le persone, vive o morte, perché è quella “la specialità della casa”… In W.o.t.R. non manca niente dell’armamentario da spy story. A ciò si aggiunga la pericolosa confusione tra pecore e testate nucleari. Nemmeno le prenotazioni al ristorante (dove a detta di Fälldin si mangia un ottimo cosciotto d’agnello) sono esenti da interpretazioni malevole.

L’uso del tedesco come lingua franca è una pezza che non copre del tutto gli evidenti problemi comunicativi. Il comandante Peskov non lo parla. Gli svedesi lo padroneggiano fino a un certo punto. Ovviamente, né Reagan né Bréžnev hanno un terreno linguistico comune (si è già detto delle peripezie delle rispettive segretarie). Allora, forse, la questione centrale è questa: capirsi. L’assurdità della situazione è riassunta in un termine tecnico, salto di frequenza, che significa predisposizione delle navi alla guerra. Le uniche persone in grado di salvare il mondo dal disastro sono Aleksandra Kosygina, brillante, astuta ambasciatrice poi decorata da Andropov in persona, e Fälldin, politico pragmatico, semplice e immune da ogni furore ideologico. Emblematica la scena della chiamata di lui a lei da una cabina telefonica.

W.o.t.R è diretto da Björn Stein, regista di Underworld – Il risveglio e di Shelter – Identità Paranormali. Stein ha dichiarato di ricordarsi benissimo dell’incidente del sommergibile, nonostante all’epoca avesse solo 11 anni, e di essere rimasto impressionato dalle immagini di quel corpo estraneo arenato di fronte alle coste di casa. Inoltre, ha rivelato che le riprese sono iniziate quando la guerra in Ucraina non era scoppiata e la Svezia non era ancora un paese membro della NATO. Il nuovo quadro geopolitico ha arricchito la serie di inedite suggestioni, quantomeno rispetto alle intenzioni iniziali degli autori. “Voglio credere che oggi il mondo possa sentire il bisogno di un film come questo”, ha detto Stein. La sceneggiatura è stata affidata a Jonas Jonasson, scrittore famoso per il bestseller Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve.

Sempre Stein ha dichiarato che l’80 per cento dei fatti raccontati è accaduto realmente, magari non nell’ordine in cui sono rappresentati nella serie, ma che importa? La libertà di creare è funzionale al tono umoristico del racconto e la finzione è dichiarata già nei titoli di apertura. Alcuni nomi e luoghi sono stati cambiati. Un bel po’, a dire il vero. Gli avvenimenti sono appuntati su una carta geografica che ci rimbalza da un lato dell’oceano all’altro. Tensione drammatica e sberleffo sono bilanciati con garbo e il risultato finale è una simpatica farsa. Per smascherare la volgarità del potere la presa in giro è d’obbligo. Il pianeta è in mano ai pazzi, il re è nudo e il motto “una risata vi seppellirà” è sempre valido.

Titolo originale: Whiskey on the Rocks

Numero di episodi: 6

Durata: 30 minuti ciascuno

Distribuzione: Disney+

Uscita in Italia: 22 gennaio 2025

Genere: Satire

Consigliato a chi mangerebbe di gusto un panino a forma di sottomarino, conosce la storia dei tre cani, usa la diplomazia per risolvere i problemi coniugali.

Sconsigliato a chi: ha assaggiato la vodka con il latte, è stato soprannominato cucciolo, non ha ancora restituito un martello.

Visioni e letture parallele:

  • Il film svedese vincitore del premio Un Certain Regard a Cannes nel 2018: Border – Creature di confine di Ali Abbasi. Disponibile su Mubi.

  • Tutto sulla tecnologia bellica che naviga in acque profonde: James P. Delgago, Storia dei sottomarini. La guerra subacquea dalle origini ai tempi nostri, LEG Edizioni, 2023.

  • L’uomo è ciò mangia, potenti inclusi: Witold Szabłowski, Come sfamare un dittatore, Keller editore, 2023.

Una mossa: l’arrocco.

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