La prima stagione di Arcane, la serie di animazione ispirata al celebre videogioco League of Legends, si era conclusa con una violenta deflagrazione che aveva ridotto in fin di vita diversi membri della Consulta dei Custodi della città di Piltover. Causata da un potente missile inviato da Powder, ri-nominata Jinx, l’esplosione ha rappresentato da molti punti di vista un momento dirompente, sancendo da un lato la definitiva separazione tra Powder e la sorella maggiore Violet e, dall’altro, ponendo fine ad ogni tentativo di pace tra la ricca città alta di Piltover e la povera e sotterranea Zaun.
Partendo da queste premesse era naturale aspettarsi che al centro del racconto ci fosse ancora il confronto tra le due sorelle. La loro rivalità ha segnato in modo rilevante la prima stagione e, dopo l’atto terroristico di Jinx, l’aspettativa era quella di un ulteriore accentuarsi dello scontro. Invece, l’inizio della seconda stagione presenta un diverso tono narrativo: è passato infatti circa un anno e su Runeterra sono cambiate diverse cose, tra cui anche le due protagoniste. Powder/Jink, che vive appartata e lontana dagli scontri con la polizia, è riuscita a costruirsi una famiglia con una ragazzina muta di cui si prende cura e in cui si rivede da bambina: sembra convivere meglio con la rabbia e con sé stessa; mentre Violet, al contrario, ha perso ogni riferimento razionale, ogni ancora esistenziale ed affonda in un percorso di autodistruzione del proprio corpo fatto di combattimenti violenti in cui cerca di annegare il dolore per la conclusione della relazione con Caitlyn e i sensi di colpa per aver abbandonato la sorella. Gli sviluppi dei due caratteri principali, per quanto sorprendenti, non intendono stupire lo spettatore con effetti narrativi fini a sé stessi, ma rappresentano evoluzioni plausibili che affondano le radici in tutta la prima stagione.
La storia di Violet e Powder si alterna con le vicende di quanti si muovono, in modo più o meno collegato alle due sorelle, tra Piltover e Zaun: sono tutti personaggi che si sono spinti o sono stati portati ad un punto di rottura, di natura fisica (Victor) o psicologica (Dr. Heimerdinger, Caitlyn Kiramman, Jayce Tallis). La prima stagione, compatta e stratificata, ha sviluppato e portato alla massima potenza una molteplicità di tensioni e contrapposizioni, episodio dopo episodio, fino ad un finale che ha segnato in modo indelebile una linea di demarcazione temporale ed esistenziale. Il mondo è cambiato, in superficie, nella solare Piltover, come nei bassifondi, nella mefitica Zaun. A Piltover, dopo la morte di tre membri del Consiglio dei reggenti e l’allontanamento dello scienziato e inventore Cecil B. Heimerdinger, il potere è passato nelle mani del Comandante Caitlyn Kiramman, supportata e, almeno apparentemente, manipolata dalla generalessa Ambessa della casata dei Medarda, a cui appartiene anche la figlia Mel, membro del Consiglio e compagna di Jayce. Di fatto si è quindi creata una forma di dittatura militare, per quanto formalmente rimangano ancora in vigore le tradizionali istituzioni politiche. L’obiettivo di Caitlyn è catturare Jink, vendicando così il vile attentato terroristico e ristabilire la pace tra Piltover e Zaun; quello di Ambessa, in apparenza a fianco di Caitlyn, è quello di forzare lo scontro tra le due città per avere a disposizione armi Hextech da poter riutilizzare su Noxos, da dove proviene, per ri-prendere il potere. Se Piltover è percorsa da trame oscure, a Zaun la situazione è fuori controllo: ovunque imperversano delinquenti che incitano alla resistenza, promuovendo la guerra più per motivi legati alla proliferazione delle attività illegali, come lo spaccio della droga Shimmer, che per ragioni politiche.
Il vuoto creato dalla morte di Silco, non solo patrigno di Jink, ma collante tra le diverse anime della città sotterranea, appare incolmabile e destabilizzante. Proprio Jink è la grande assente, in una come nell’altra città, in entrambe piegata ad incarnare un ideale (terrorista Vs. simbolo della lotta di Zaun) che non la identifica completamente. In questo c’è uno dei tratti più profondi di un personaggio emotivamente instabile, segnato da ingestibili crisi di rabbia, causate dal senso di abbandono e di inferiorità e manifestazione di un profondo disagio, sottovalutato (Violet) o strumentalizzato (Silco) da chi la circonda. Nella seconda stagione Jinx ha superato parte di quel disagio, in virtù di un ritrovato equilibrio familiare che la porterà a riavvicinarsi progressivamente alla sorella Violet, fino al sorprendente finale che la definirà come vera eroina della vicenda. Jinx, con la sua genialità, fragile e disturbata, è un personaggio tra i più complessi e originali della serialità degli ultimi anni.
Arcane è ispirata al mondo e ai personaggi di “League of Legends”, videogioco di successo mondiale (oltre 180 milioni di giocatori) creato e distribuito dalla statunitense Riot Games. Gli eventi della serie di fatto anticipano quelli del videogioco, per molti punti di vista ne rappresentano il prequel, piena espressione della dinamica intermediale tipica delle produzioni seriali contemporanee. Senza rivolgersi in via esclusiva ai fan del videogioco, la prima stagione di Arcane ha delineato, con un’estetica raffinata e un ritmo incalzante, un mondo sull’orlo dell’abisso, descrivendo protagonisti dilaniati da conflitti, desideri irrisolti e sensi di colpa, prevalentemente originati in una dimensione familiare, in cui è facile rispecchiarsi.
La seconda stagione sembra voler estremizzare i contenuti della prima, sia dal punto di vista tecnico che da quello narrativo. È questa una scelta artisticamente coraggiosa e in linea con l’evoluzione della serialità audiovisiva contemporanea, sempre alla ricerca di occasioni per alzare l’asticella, sia essa dell’adrenalina, della violenza, della sperimentazione, etc. Purtroppo, proprio come capita sovente, questa tendenza porta con sé una diminuzione della visibilità, una minore fruibilità, un tono narrativo più ostico che penalizza lo storytelling in favore dell’espressione visiva. Un’espressione peraltro di altissima qualità, che mette in evidenza la bravura dello studio francese Fortiche, capace di migliorare l’espressività dei personaggi e al contempo introdurre nuove soluzioni grafiche, in grado di dare ulteriore varietà ad un prodotto fluido e sempre sorprendente dal punto di vista artistico. La scelta del bianco e nero a contrasto disegnato a carboncino per il funerale con cui inizia la stagione, piuttosto che le soggettive allucinate che accompagnano la visione del mondo da parte del mostro evocato dall’alchimista o i colori sfumati in tonalità acquerello degli episodi finali sono un mix di stili e di variazioni non solo esteticamente affascinanti, ma anche pienamente coerenti con il mandato narrativo del racconto. L’estetica non è mai fine a se stessa, persa in un barocco rincorrere dell’eccesso, ma sempre ancorata al racconto, sempre capace di dare attuazione allo storytelling, anche quando questo si presenta particolarmente ostico o ermetico. Penso che la categoria autoriale sia applicabile con diritto a questa serie che presenta un’identità visiva e musicale peculiare: anche la colonna sonora presenta infatti una propria forza ben definita, a partire dall’iconica sigla iniziale, sulle note di Enemy degli Imagine Dragons, in una versione con featuring JID. Sono una ventina i pezzi inseriti nelle nove puntate di questa seconda stagione, che coprono un panorama musicale eterogeneo, che va dai Linking Park al rap latino, dal K-pop alla musica di una cantautrice come Royal & the Serpent, sempre in un’equilibrata sinergia tra immagini e musica.
I temi al centro del racconto sono molteplici, sia di natura familiare che sociale. Le atmosfere ariose e luminose di Piltover che si contrappongono a quelle oscure di Zaun fanno da ambientazione ideale per descrivere relazioni sociali conflittuali tra la borghesia colta progressista e autoreferenziale di Piltover e i reietti senza nulla da perdere di Zaun. Le truppe mercenarie di Ambessa sono pronte ad inserirsi nelle pieghe di questa lotta sociale, sfruttando la debolezza della politica e la pressione dell’opinione pubblica, per instaurare un regime militare “soft”. Alle analisi sociali fanno da contraltare quelle particolari, per così dire del singolo: i personaggi più fragili e vulnerabili, quelli più esposti alla necessità di cambiare per sopravvivere, senza ideali granitici o assoluti, sono quelli che riescono nel modo migliore a gestire la drammatica situazione sociale. Essi esprimono in modo esemplare come ci sia un confine sottile tra bene e male e come le posizioni intransigenti spesso finiscano per corrompersi (Jayce e Travis) o prestare il fianco a pericolose deviazioni (Caitlyn).
La relazione tra Violet e Powder/Jinx racconta il disagio di una famiglia destrutturata, ferita prima dal lutto e poi dissolta di fronte ad un presunto tradimento. Entrambe sperimentano nella prima stagione un forte senso di inadeguatezza che le porta a fallire e a ferire le persone che hanno intorno, sia fisicamente che moralmente, mentre nella seconda invece, liberate in primis verso se stesse, sperimentano come il ricongiungimento e l’unione rappresentino uno straordinario valore aggiunto. In una stagione come nell’altra però si muovono senza punti di riferimento, possono e devono contare soprattutto su se stesse a prescindere dall’interessamento estemporaneo di altri compagni/maestri. Non ci sono veri maestri, vere guide, ma questo è un topos diffuso di cui abbiamo già scritto in questi anni.
Arcane è una serie che regala il piacere di una visione di valori estetici altissimi, ma regala anche personaggi di grande spessore che, a dispetto di una trama tutt’altro che fruibile, resteranno a lungo nella cuore degli spettatori.

TITOLO ORIGINALE: Arcane: League of Legends
DURATA MEDIA DEGLI EPISODI: 42 minuti
NUMERO DEGLI EPISODI: 9
DISTRIBUZIONE STREAMING: Netflix
GENERE: Action Epic Adult animation Steampunk
CONSIGLIATO: a quanti sono disposti a perdersi nei labirinti narrativi ed emotivi di una serie di rara bellezza estetica, ma di non facile visione.
SCONSIGLIATO: a quanti cercano una storia lineare e di alta visibilità: serve impegno per apprezzare la complessità della trama e gustare le mille sfumature dei personaggi.
VISIONI PARALLELE: la guida ufficiale di League of Legends che propone una mappa di tutti i reami di Runeterra, la storia delle rivalità e delle alleanze tra i diversi clan, approfondimenti sulla flora e la fauna. Un viaggio nel mondo creato dai visionari della Riot Games.
Un’immagine: naturalmente l’iconica sigla che presenta tutti i protagonisti principali sulle note di Enemy degli Imagine Dragons.

