Bad News: il trailer della serie Netflix su Il gattopardo

Bad news delle bad news: è appena stato rilasciato il primo trailer della serie che Netflix ha commissionato dal romanzo risorgimentale di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il gattopardo. 

Capolavoro inarrivabile del nostro cinema, miracolo produttivo di Goffredo Lombardo e della sua Titanus, Palma d’Oro a Cannes nel 1963, il film creò la grande rivalità con Fellini, che stava dirigendo nello stesso periodo il suo 8 e 1/2 con la stessa giovane attrice, Claudia Cardinale.

Francesco Piccolo ha raccontato la storia magnificamente nel suo libro La bella confusione nel 2023.

Da quello che si può vedere la ricchezza produttiva non è certo mancata. Ma l’evanescenza degli interpreti è già evidente fin dalle poche immagini rilasciate.

Deva Cassel, Saul Nanni, Benedetta Porcaroli sono al di là del bene e del male.

Forse solo Kim Rossi Stuart sembra avere l’intensità giusta. Mail confronto con Burt Lancaster sarebbe improponibile per chiunque.

I registi sono onesti mestieranti come Tom Shankland (The Missing, The Serpent), che ha diretto i primi tre episodi e quello finale mentre a Giuseppe Capotondi (La doppia ora, Suburra – la serie) e a Laura Luchetti sono toccati il quarto e il quinto.

Richard Worlow (The Serpent) e Benji Walters hanno scritto la sceneggiatura, Nicolaj Bruel (Dogman, Pinocchio) ha curato la fotografia.

Questo il cast al completo: Kim Rossi Stuart (Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina), Benedetta Porcaroli (Concetta), Deva Cassel (Angelica) e Saul Nanni (Tancredi). Nel cast anche Paolo Calabresi (Pirrone), Francesco Colella (Sedara), Astrid Meloni (Maria Stella), Greta Esposito (Chiara).

Avete sei ore da buttare? Risparmiatene tre e riguardatevi il capolavoro di Luchino Visconti. Non ve ne pentirete.

Una sola domanda: perchè?

Un pensiero riguardo “Bad News: il trailer della serie Netflix su Il gattopardo”

  1. Ho visto IL GATTOPARDO tutto d’un fiato, fino a ri-rivederlo. Non ho voluto leggere le recensioni-critiche-riflessioni- condite da malizia e desiderio di ‘smontare’ il prodotto (non si sa perché … ) Troppa attenzione sul ‘dialetto buono o cattivo’… poco ‘siciliano’.. Ma sono nobili, i Salina! E, sebbene fortemente legati e immersi nella loro Sicilia, in pubblico soprattutto, non sfoggiavano il massimo della sicilianità. Questo credo si sappia.Mai pensato al confronto con il capolavoro del ’63. Piuttosto ho riletto-stavolta bene- il romanzo. Questa nuova versione è un’opera dignitosa: cura nei dettagli della messa in scena, dei costumi e, in primis , l’interpretazione di Kim Rossi Stuart al cui fascino è difficile rimanere indifferenti: il suo principe di Salina ha tutta la dignità, la serietà di cui il personaggio necessita, compresa una modernità nello sguardo che lo rende molto vicino a noi, al nostro vivere. E finalmente va via quella polvere che a tutti i costi si vuol lasciare sul romanzo stesso e sul viscontiano film. Se per Kolossal si intende uno spettacolo o film realizzato con grande impiego di mezzi e persone, monumentali messe in scena, effetti speciali e un cast di attori di rilievo, ebbene anche questo lo è. E le tre regie che hanno lavorato all’unisono, ne danno prova. Sinceramente, ho sempre usato con cautela la parola “capolavoro” per i prodotti cinematografici. Troppo condizionante, quando la si usa. Credo che se un film, una serie, toccano la parte più profonda di chi li guarda, sia già vincente, già bello.

    Ecco, IL GATTOPARDO di Netflix è bello. E non è una storia d’amore come qui e là si legge… Se anche lo fosse, cosa, se non l’Amore per la propria terra, la famiglia, i figli muove il Principe a patteggiare, anche contro la sua volontà, nel tentativo di tenere uniti tutti?

E tu, cosa ne pensi?

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