The Perfect Couple: Susanne Bier e il delitto prima del matrimonio

The Perfect Couple **

Al largo delle acque di Nantucket, Massachusetts, per la precisione a settantaquattro metri di profondità, riposa il relitto del nostro transatlantico più famoso di sempre, l’Andrea Doria, speronato il 26 luglio 1956 dal mercantile svedese Stockolm. Non è l’unica nave a essere colata a picco da quelle parti. Altrettanto celebre è il disastro occorso alla baleniera statunitense Essex, affondata nell’oceano dopo essere stata attaccata da un capodoglio. Il fatto ispirò Herman Melville nella stesura di Moby Dick. “Da quale altro luogo, se non da Nantucket, uscirono la prima volta in canoe i balenieri indigeni, i Pellirosse, per dare la caccia al Leviatan?” Nel 1909 la nebbia giocò un brutto scherzo al transatlantico britannico Republic, fatalmente entrato in collisione con una nave italiana.

Evidentemente Nantucket, ai nostri giorni rinomato buen retiro per ricchi e ricchissimi vacanzieri, dev’essere un posto ideale per annegare in circostanze tragiche. Ne sa qualcosa la povera Merritt Monaco, vittima della famiglia Winbury nella serie Netflix The Perfect Couple, ovvero La coppia perfetta. Anche se il colpevole è uno solo (non diremo chi, se uomo o donna), il mostro, o meglio ancora il leviatano, per restare al paragone letterario, ha molte facce.

Lo sforzo produttivo è notevole. I sei episodi sono girati da Susanne Bier, che inizialmente non aveva accettato l’invito del produttore Gail Berman. Per sua stessa ammissione, lo spaccato sociale descritto nel romanzo di Elin Hilderbrand, da cui è tratta la serie, le sembrava troppo distante dai suoi temi di riferimento. Il focus è su quell’uno per cento di popolazione americana che può permettersi di avere uno staff di domestici e collaboratori al seguito, bere champagne e mangiare ostriche come se non ci fosse un domani.

La regista di Dopo il matrimonio, In un mondo migliore e Bird Box, finalmente convinta dalla showrunner Jenna Lamia e dallo stesso Berman ad accantonare ogni progetto (in particolare la prevista seconda stagione dell’acclamata e pluripremiata The Night Manager) per dedicarsi a The Perfect Couple, ha immediatamente contattato Nicole Kidman, già diretta nella miniserie HBO The Undoing nel 2020. A poco a poco è andato componendosi un cast sfarzoso. Oltre alla Kidman, ne fanno parte Eve Hewson, Liev Shrieber, Isabelle Adjani, Dakota Fanning, Meghann Fahy, Billy Howle, Jack Reynor, Samuel Nivola, Ishaan Khatter, Michael Beach, Donna Lynne Champlin e altri.

Come dichiarato in un’intervista a Variety, la regista danese è stata chiara con Kidman fin dal loro primo incontro. La serie doveva essere divertente. Per questo motivo ha insistito perché gli attori partecipassero a una sequenza corale sulla spiaggia sulle note di Criminals di Meghan Trainor da utilizzare nei titoli di testa. Il ballo di gruppo, coreografato da Charm La’Donna (collaboratrice di Dua Lipa e di Kendrick Lamar), è una delle idee più criticate di The Perfect Couple, tanto che il cast sarebbe arrivato a scioperare pur di bloccare le riprese. La scena viene riproposta in chiusura del sesto episodio, con un montaggio differente. Divertente sì, ma anche spiazzante… e un po’ inquietante. Il ballo veicola un senso di solidarietà criminale. Ballano gli invitati alla festa nuziale dei Winbury e balla Merritt. La vittima è inclusa nel gioco.

La serie ha qualcosa della satira, del crime, della commedia, senza mai tradursi in un genere riconoscibile. Nel primo episodio facciamo conoscenza dei protagonisti. La megavilla dei Winbury a Nantucket è in fermento. Benji e Amelia stanno per sposarsi. Benji è uno dei tre figli di Tag Winbury e Greer Garrison. Tag, sciupafemmine di mezza età con la passione per la marijuana, non lavora. La sua ricchezza è soprattutto virtuale e corrisponde a un cospicuo fondo fiduciario, che però sarà sbloccato solo al compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo, ovvero il timido Will. Greer è una scrittrice di successo. Le vendite dei suoi ventotto bestseller consentono alla famiglia di mantenere un tenore di vita esagerato.

Amelia, la sposa, è una ragazza semplice e di estrazione socioeconomica media (la differenza di classe non è forse il motore delle favole?) Grazie a una borsa di studio, Amelia ha potuto frequentare l’Università dell’Ohio e laurearsi in zoologia. I suoi genitori sono persone “normali”, cioè gente che compra la frutta al supermercato anziché farsela spedire a domicilio, magari da qualche angolo sperduto nel mondo. Sua madre Karen, gravemente malata, è costretta a muoversi con un set di pillole nel beauty case. Tra queste, anche dei potenti barbiturici comprati illegalmente che, se assunti nelle giuste proporzioni, porterebbero all’eutanasia. Amelia ha chiesto alla sua più cara amica di farle da damigella d’onore e testimone di nozze. Merritt Monaco ha accettato con entusiasmo. Il secondo testimone è un collega di Benji, Shooter Dival, un ragazzo di origine indiana all’apparenza estraneo alla patinata vita di Nantucket.

Il corpo di Merritt è ritrovato sulla spiaggia. L’autopsia rivela l’assunzione di potenti medicinali. Si è suicidata o forse qualcuno l’ha sedata per annegarla in mare? Bier indugia su un’immagine, quella della donna che sprofonda nelle acque dell’oceano Atlantico. La detective Nikki Henry (una forestiera) conduce le indagini con l’ispettore Dan Carter. I legami tra le potenti famiglie locali e la polizia sono molto stretti. Grazie alle donazioni gli agenti possono contare su auto e divise nuove. I Winbury glielo rinfacciano. Thomas, il tracotante fratello di Benji, è il più esplicito.

Nonostante i Winbury vogliano infilare le teste di tutti sotto la sabbia, oltre al morto c’è probabilmente anche un assassino. I poliziotti conducono i primi interrogatori. Sfilano i testimoni. Ognuno ha qualcosa da dire. Henry e Carter sono attoniti e i loro volti, inespressivi, riflettono la vuotezza delle parole di Gosia, Abby, Isabel e delle altre persone che ruotano attorno ai Winbury. Parole che semmbrano pronunciate in una lingua aliena. I moventi non mancano, leggasi gravidanza, e l’ipotesi del delitto diventa via via una certezza.

Nel terzo episodio la coppia perfetta concede un’intervista. Al centro ci sono loro, Tag e Greer, belli, ipocriti e insopportabili. La morte di Merritt non blocca nulla, nemmeno la prevista presentazione di Morte a Dubai, l’ultimo romanzo giallo di Greer. La vittima vale zero. I Winbury sembrano finti, preimpostati, impenetrabili, asserviti a una regola di comportamento che li trascende. Nella villa i “blackberry mojito” continuano a essere serviti. Thomas tradisce regolarmente sua moglie Abby, che peraltro (anche lei!) è incinta. Tag persevera con le amate canne, di cui elogia le virtù palliative. Solo Amelia versa calde lacrime. “Voi eravate amiche reali”, le dice Abby. Il resto, appunto, è irreale.

La difesa del fortino Winbury passa da improbabili accordi di riservatezza imposti da Greer ai nuovi arrivati in famiglia. Domina la logica del clan, una logica esclusiva. In fondo, i ricchi sanno di avere già vinto la battaglia contro il resto della popolazione (“io non siedo a una scrivania”, dice Abby alla detective Henry). I personaggi della serie non argomentano a favore di sé, al massimo si distinguono per cinico realismo (“l’ultima cosa che serve ai poveri è altro zucchero”, dice Thomas a proposito della possibilità di devolvere la torta nuziale in beneficenza). Spreco e lusso vanno pari di passo. L’estrema ricchezza è uno stato naturale che preesiste alla storia, compresa quella personale. Soltanto un trauma potrebbe mandare in pezzi lo specchio incantato. L’annegamento di Merritt è la classica crepa invisibile. L’unione tra Tag e Greer ha un vizio di origine che alla fine sarà rivelato nei modi di una confessione inaspettata.

Lo smantellamento della corte fatata dei Winbury, progressivo e inesorabile, deve essere letto in un’ottica di genere. Gli uomini adulti sono gretti e irresponsabili. Tag è il tipico maschio alfa da decostruire. Thomas è il prototipo dell’immaturità. Shooter nasconde il suo vero profilo per convenienza. Qualcosa non va nel verso giusto nemmeno per Benji, definito “troppo perfetto” dalla sua futura moglie. Will, il piccolo della casa, soffre in silenzio, triste e bullizzato. Nessun uomo del clan Winbury sfugge a una strana maledizione. La forza confluisce nell’elemento femminile. Greer Garrison è l’ape regina di un alveare impazzito.

Il sesso è una variabile non gestibile e l’amore è in agonia. Qualcuno cade nell’errore di idealizzare il prossimo, qualcuno programma una vita diversa e impossibile, qualcuno desidera avere accanto una persona con cui condividere esperienze “normali”. Si ritorna a essere umani solo quando si riconosce di avere un dubbio. “Pensava che camminassi sulle acque, ma adesso sei sulla terra come tutti noi”, dice Greer ad Amelia dopo che Benji ha scoperto la sua debolezza per Shooter, l’amico sexy ed esotico (le sue fattezze indiane sono un elemento da non sottovalutare nella rottura degli equilibri e delle relazioni). Greer è la sacerdotessa della grande illusione, consapevole che il tempo del disincanto è ormai vicino.

The Perfect Couple nel complesso non convince: troppo esplicito lo sforzo degli autori perché ogni aspetto funzioni al meglio, in senso banalmente televisivo. La storia si presterebbe a una satira feroce, oppure alla commedia arguta, o ancora al vecchio melodramma e invece, purtroppo, vira verso un piatto intrattenimento. Manca l’occhio critico, manca il pessimismo della ragione, manca la sana crudeltà nei confronti dei mostri del nostro tempo. La serie non affonda i colpi e scambia la superficialità per leggerezza. Sceneggiatura e scrittura sono deboli e i tentativi di depistaggio (il fratello segreto, la mafia turca, la storia dei debiti, il tentativo di fuga di Shooter, la sparizione della prof di francese) buttati lì un po’ per caso.

I personaggi avrebbero meritato una scrittura maggiormente accurata. Gli attori ne risentono. Sulla professionalità della Kidman non si discute, anche se Greer sembra la copia annoiata di antieroine già viste. Shrieber incarna al meglio l’uomo scemo di mezza età, soprattutto quando il suo Tag è ubriaco, ed è un portento anche in senso canoro (quantomeno restituisce la paternità di All by Myself a Eric Carmen togliendola a Celine Dion). Dakota Fanning non carica la sua Abby di quella giusta dose di perfidia che sarebbe risultata utile a giustificarne le azioni. La presenza di Meghann Fahy aggrava la sensazione di vedere in The Perfect Couple il parente povero di The White Lotus. Eve Hewson svolge il suo compitino con diligenza e nulla più. Isabelle Adjani pare trascinata sul set per caso, vista l’inutilità del suo personaggio. Jack Reynor interpreta in maniera convinta Thomas, il fratello tracotante e sgradevole. Michael Beach e Donna Lynne Champlin sono ottimi comprimari, tuttavia la sceneggiatura sacrifica la coppia di poliziotti sullo sfondo.

Di nuovo Moby Dick: “Sentite ora la meravigliosa tradizione di come quest’isola venne colonizzata dai Pellirosse. La leggenda dice così. Nei tempi antichi un’aquila si calò sulla costa della Nuova Inghilterra e portò via tra gli artigli un bambino indiano. Con altissimi pianti, i genitori videro il bimbo trasportato fuori vista sulle acque sterminate. Decisero di spingersi nella stessa direzione. Partendo sulle canoe, dopo una pericolosa traversata, scoprirono l’isola e ci trovarono una vuota cassetta d’avorio: lo scheletro del piccolo indiano”.

Sono lontani i tempi del mito. Ora a Nantucket troveremmo solo scheletri… nell’armadio.

Titolo originale: The Perfect Couple

Numero di episodi: 6

Durata: 45 – 60 minuti l’uno

Distribuzione: Netflix

Uscita in Italia: 5 settembre 2024

Genere: Crime Drama, Mistery

Consigliato a chi: ha conosciuto la sua anima gemella in metropolitana, non si presta alle foto di famiglia, colma i gap generazionali con la musica.

Sconsigliato a chi: crede che le coccinelle portino fortuna, ha un brutto rapporto con gli scalini bassi, non crede nell’esistenza degli apriostriche.

Letture parallele:

  • Il film che tutte le ipocrisie spazza via: Festen – Festa in famiglia di Thomas Vinterberg (1998). Disponibile su Mubi.

  • Per comprendere meglio la direzione che abbiamo imboccato: I padroni del mondo. Come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia di Alessandro Volpi. Laterza (2024).

Un oggetto: l’orologio digitale di Tag.

Uno sport: il golf con il gabbiano al posto della buca.

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