Francia, 1978. È sera. Un rappresentante di pianole elettriche si perde nella campagna. Improvvisamente la sua auto si blocca. A pochi passi da lui un fenicottero rosa cade a terra morto stecchito. Poi un altro e un altro ancora. Decine di fenicotteri rosa, tutti morti, piovono dal cielo. L’uomo si gira e sopra la sua testa vede qualcosa di incredibile. Più tardi scopriremo che il suo orologio si è fermato. Di quell’esperienza non ricorderà nulla. Letteralmente, non sarà più lui.
A migliaia di chilometri di distanza, nella lontana Guyana, il professor Mathure è impegnato in un conto alla rovescia. Dieci, nove, otto… Didier Mathure è uno stimato ingegnere aerospaziale del Centre national d’études spatiales (CNES), fondato a Parigi nel 1961 per promuovere l’esplorazione francese dello spazio. Sette, sei, cinque… Il razzo Cristal è sulla rampa di lancio. Mathure lo ha progettato meticolosamente con l’aiuto della sua ex moglie e collega Elise Conti. Quattro, tre, due, uno… Partito! Nella sala di controllo scoppia un fragoroso applauso. Sembra andare tutto secondo le previsioni. Gli occhi sono incollati allo schermo. Squilla il telefono. Mathure risponde. È il Presidente della Repubblica Valéry Giscard d’Estaing che desidera congratularsi. In quel momento il razzo Cristal esplode o, se preferite il gioco di parole, va in frantumi. Qualche tempo dopo, una nuova collega tenterà di consolare il professor Mathure, ricordandogli che anche l’universo iniziò con un’esplosione, il big bang…
OVNI(s), nella traduzione internazionale UFO(s), è una serie francese del 2021 solo di recente distribuita in Italia dalla piattaforma MyMovies. UFO(s), scritta da Clémence Dargent e Martin Douaire per Canal+, ha riscosso in patria un grande successo di critica. Per Les Cahiers du cinéma la serie “rende un omaggio transgenerazionale alla commedia francese”. Les Inrockuptibles la definisce “vivace e molto positiva, impossibile da raccontare e costantemente sorprendente ”. Secondo Libération “la fantasia dei personaggi e la loro passione per gli oggetti fabbricati a mano evoca l’immaginario di Michel Gondry… per la sua poesia, libertà e forza evocativa di un’epoca carica di ambizioni futuriste e utopiche, UFO(s) risulta innovativa”. Le Parisien ne esalta il cast (“straordinario”), la colonna sonora (“spettacolare”) e l’umorismo (“folle”). Première afferma che “il taglio delle sequenze e l’incastro delle battute” talvolta ricordano “le strisce di fumetti di Tintin”. Lo stesso periodico, fatto salvo il tono vintage, accosta UFO(s) a X-Files.
A differenza di Fox Mulder, Didier Mathure non cerca una sorellina rapita dagli alieni e accanto a lui non c’è una partner di lavoro in stile Dana Scully. Inoltre, il suo approdo al Groupe d’Études et d’Informations sur les Phénomènes Aérospatiaux Non-identifiés (GEPAN) ha tutte le caratteristiche di una retrocessione punitiva. In attesa del rapporto finale della commissione interna istituita dal CNES per accertare le cause del disastro del Cristal, al professor Mathure è offerta l’opportunità (si fa per dire!) di indagare sugli avvistamenti UFO. Bernard Marsaudon, il direttore del CNES, è tassativo: il GEPAN deve chiudere. Bernard addolcisce la pillola con una promessa. Una volta azzerati i casi sospetti e messe a tacere le voci su UFO e extraterrestri (“una superstizione medievale”), il professor Mathure potrà contare sul sostegno del Centro per assumere le redini del programma Ariane dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
Ovviamente non andrà esattamente così. Il primo impatto di Mathure con il nuovo ambiente di lavoro è un po’ traumatico. Il team di collaboratori si compone di tre persone. Véra Clouseau, la centralinista che risponde alle chiamate dei presunti testimoni di avvistamenti, a parte l’amore per le bibite, nel quadretto perfettamente armonico dei personaggi di Ufo(s) ricopre il ruolo della sognatrice ingenua (“la prima impressione che ho avuto di te è stata quella di una ragazza sciocca e a quella avrei dovuto attenermi”, gli dirà Mathure in un momento di sconforto personale, salvo poi pentirsene). Véra è convinta che il legame dell’umanità stia nel mistero, nella poesia… Rémy Bidaut, il giovane volontario del GEPAN, è il prototipo del nerd. Studioso di fenomeni paranormali, costruisce il database contenente tutte le segnalazioni, catalogate in maniera sistematica. Sarà lui a craccare un satellite per le osservazioni oceanografiche con l’obiettivo di indirizzarlo verso una misteriosa anomalia di origine elettromagnetica e a provocarne la caduta… Infine, c’è Marcel Bénes (“Lui è il fuoco, nel senso dell’elemento”, dice Véra al momento di presentarlo). Marcel è un tipo tosto, ma è anche un uomo ferito. Andrè Morin, fondatore del GEPAN e suo amante, è fuggito. Andrè si fa vivo inviando cartoline che, secondo Marcel, potrebbero nascondere messaggi da decifrare…
Ufo(s) rispolvera con estrema accuratezza “filologica” il noto armamentario della mitologia ufologica. Non manca quasi nulla, dalle distorsioni spazio-temporali al fenomeno del missing time testimoniato dalle vittime di abduction (perfino Mathure, dopo aver assistito a un evento incomprensibile, si accorge che il suo orologio va dodici minuti indietro), dalla ricerca di presunti impianti alieni nel corpo dei rapiti al mistero dei cerchi nel grano, dai filmati di strane luci nel cielo alle sparizioni senza spiegazione apparente.
A proposito di sparizioni, la palma dell’ironia va alla scelta di inserire nel novero dei soggetti scomparsi… un fenicottero rosa, l’unico sopravvissuto alla moria di uccelli del primo episodio, amorevolmente ospitato nell’ufficio del GEPAN (per convincerlo a mangiare gli vengono fatti ascoltare i richiami di uno stormo della Camargue incisi su vinile) finchè, appunto, lo splendido esemplare si volatilizza da una gabbia ermeticamente chiusa. Stessa sorte di una spilletta che decorava il bavero della giacca del citato rappresentante di strumenti musicali, sparita nel nulla e destinata a diventare l’ossessione irrazionale del cartesiano professor Mathure.
A poco a poco, Mathure trasforma il GEPAN da semplice gruppo di studio a unità di investigazione. E cambia il modo di interpretare le finalità ultime del proprio lavoro. Il professore inizia ad approcciarsi alla materia con metodo scientifico, cercando prove concrete, precise e verificabili per ogni singolo caso. In fondo, non sempre un avvistamento può essere ricondotto a un pallone aerostatico, alla luna particolarmente luminosa oppure a una lanterna cinese… Questa disponibilità al confronto lo rende ridicolo agli occhi dei rigorosi colleghi del CNES. D’altro canto, sul versante mistico-esoterico, le sette ufologiche non possono accettare che un simile ficcanaso si aggiri nel loro campo con strumenti di misurazione (esilarante la scena del convegno, con il geniale Rémy che prospetta la nascita del minitel, in sostanza il nonno di internet). Come se non bastasse, Mathure attira l’attenzione di forze nascoste nell’ombra. Perché in una storia di dischi volanti non possono certo mancare i militari, le spie e i servizi segreti.
Valérie Delbrosse è una comandante dell’aeronautica testimone di un fenomeno inspiegabile ai tempi della guerra d’Indocina. Quando Mathure rivela di essere stato contattato da una comandante donna, nessuno gli crede. La verve ironica di Ufo(s) si rivela anche in questo: per la società francese dell’epoca l’idea di una donna ai vertici della sicurezza nazionale è meno credibile dell’esistenza di un rettiliano. Ad ogni modo, Delbrosse cerca di manipolare l’onesto ingegnere prestato al GEPAN. Qui, più che in ogni altro aspetto, siamo in territorio X-Files et similia. Quali sono le reali intenzioni delle forze armate? Chi si nasconde dietro la pagliacciata di Zorel? Perché il capo della setta ufologica (ritagliata sul movimento di Raël) è stato ingaggiato dai militari? Chi è la donna che riceve la videocassetta contenente l’inequivocabile ripresa di un oggetto volante identificato? È l’assistente del premio Nobel Andrej Sacharov o un’agente del KGB? O altro ancora?
Mathure si deve districare in una situazione familiare non semplice. Lui e l’ex moglie sono una coppia geniale sul lavoro e lo dimostrano riempiendo una lavagna di calcoli a sostegno di un progetto visionario, la costruzione di un vettore spaziale in grado di tornare a terra ed essere così riutilizzato, insomma qualcosa di molto vicino allo Space Shuttle. Sono ancora innamorati? Forse. Elise tuttavia accetta di diventare una consulente della commissione che indaga sulle responsabilità del marito nell’esplosione del razzo Cristal (“non ho fatto errori” è il refrain, peraltro giustificato, di Didier). I due entrano in competizione per la conduzione del programma Ariane, poi lui accetta di farsi da parte e di sostenerla nel colloquio, salvo un imprevisto: il 24 giugno del 1978, nei giorni del mondiale di calcio in Argentina, potrebbe avvenire il tanto atteso contatto alieno. O forse un attacco terrostico di massa. O chissà…
Per completare il quadro follemente caotico, entrano in gioco i due figli. Bastien, otto anni, ha un’inventiva invidiabile per i nomi da dare alle parti intime maschili (non a caso rivela al padre di “voler fare l’urologo” e non l’ufologo), adora scioperare in mutande e grida come un piccolo diavolo ogniqualvolta è contrariato. Diane, diciottenne all’ultimo anno di liceo, è un’ecologista fervente che contesta le regole della borghesia, detesta gli inutili mestieri dei propri genitori e pertanto decide di lasciare la scuola a poche settimane dal diploma per aggregarsi a una combriccola di simpatici figli dei fiori ad alto tasso psichedelico…
Gli attori e le attrici di Ufo(s) formano un cast strepitoso per affiatamento, ben diretto dal regista Antony Cordier. Melvil Poupaud (Didier), Geraldine Pailhas (Elise), Quentin Dolmaire (Rémy), Daphne Patakia (Véra), Michel Vuillermoz (Marcel) e Nicole Garcia (Delbrosse) sono fantastici nei rispettivi ruoli. Tuttavia, la brillantezza degli interpreti non è la sola nota lieta della serie. La musica, ad esempio, è azzeccatissima. La scelta è caduta sull’elettronica, francese e non. Gli autori hanno voluto giocare con il grande nome di Jean-Michel Jarre, protagonista nell’equivoco in cui cade Rémy trascinando con sé il malcapitato professor Mathure. È uno dei tipici momenti comici di Ufo(s). Alcuni gendarmi hanno avvistato una palla argentata nella foresta. Finalmente un atterraggio alieno! Così crede Remy, finchè i due investigatori del GEPAN, alle prime luci dell’alba scoprono l’arcano. Trattasi di una mirror ball, alias palla da discoteca, rotolata giù dal camion della crew del compositore di Oxygène, in tour in quei paraggi… Situazioni da commedia francese. Cariche di umorismo e, occorre sottolinearlo, intelligenza.
Ma c’è di più. “Galileo non aveva bisogno di suo padre per fare i compiti” (Bastien a Didier). “Al telefono mi hai detto che gli extraterrestri hanno saccheggiato i tuoi campi di cime di rapa” (Véra a un adepto del culto di Zorel). “Andrè e io avevamo l’abitudine di incontrarci nella camera 51. Come l’Area 51? No, come il pastis” (Marcel e Didier). “L’unico posto sulla terra dove idee disperate possono coesistere è nelle nostre teste” (Véra). Qualche esempio per affermare una piccola verità che potrà sembrare scontata, ma tanto vale ribadirla qui: la scrittura dei dialoghi è importante, anche in termini di concetti espressi, e va di pari passo con la sceneggiatura in senso stretto e con il rispetto rigoroso dei tempi comici. In conclusione, era dai tempi di Mars Attacks! di Tim Burton che non si vedeva un’invasione aliena così divertente.
Titolo originale: Ovni(s)
Numero di stagioni: 2
Numero di episodi: 12 + 12
Durata: 30 minuti ad episodio
Distribuzione: MyMovies
Uscita in Italia: Dicembre 2023
Genere: Comedy, Sci-Fi
Consigliato a chi: pensa che le ipotesi più semplici siano le migliori, vorrebbe raccontare le proprie pene d’amore a Steven Spielberg, ha una nonna che ha confuso David Bowie con l’Arcangelo Gabriele.
Sconsigliato a chi: non ha mai nascosto una videocassetta sotto il tavolo di casa, ha una montagna di scarpe nel ripostiglio, non si è mai fatto domande scomode sui codici a barre.
Visioni e letture parallele:
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Ventuno grandi scienziati e intellettuali contattati per rispondere alla domanda: siamo soli nell’universo? Stanley Kubrick. Interviste extraterrestri (a cura di Anthony Frewin), I libri di Isbn, 2011.
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L’umanità ha sempre coltivato l’aspirazione a spingersi oltre. Bisogna solo capire quale sia il nostro orizzonte ultimo. Arriveremo fino alle stelle? Sul canale Arte. https://www.arte.tv/it/videos/109816-006-A/42-la-risposta-a-quasi-tutto/
Un oggetto: l’anello nuziale.
Un popolo: gli eschimesi.
Una scena: la lezione en plein air sul gatto di Schroedinger.

