Venezia 2023. Aggro Dr1ft

Aggro Dr1ft **

Aggro Dr1ft di Harmony Korine è una sorta di esperimento radicale, più vicino alla circolarità frattale di uno strano oggetto di videoarte che ad un film compiuto, pur avendo una certa dimensione narrativa, che ruota attorno ad un killer che lavora in una Miami tutta ripresa con telecamere a raggi infrarossi.

Jordi Molla è il protagonista di questo viaggio infernale in cui compaiono in cielo demoni con le corna e la voce di un villain della Marvel: dopo aver fatto fuori nella sua piscina un criminale obeso, ha il compito di uccidere il capo di una gang rivale. Ha una famiglia e due figli, una dimensione familiare minacciata dal suo lavoro pericoloso.

Per adempiere l’incarico si affida a Zion, un altro criminale interpretato dal rapper Travis Scott, e ai suoi scagnozzi.

Sesso, armi, morte, violenza, cultura black e latina, un po’ come accadeva in Spring Breakers, ma questa volta la dimensione è quella di un film di Terry Malick.

Non suoni blasfemo, ma Korine condivide con il Maestro texano, un impianto narrativo debole, costruito su una sorta di voce interiore che accompagna un montaggio di immagini quotidiane che pian piano si fanno racconto. Dialoghi ridotti al minimo, musica hip hop ed elettronica, per questo viaggio psichedelico in cui dominano il rosso, il giallo e il blu degli infrarossi.

Un’esperienza di visione più che un film. Pomposo e tonitruante, bisognerebbe porsi di fronte a questo strano oggetto audiovisivo con la giusta dose di serietà, ma anche con ironia: le stesse usate da Korine.

“Non volevo fare esattamente un film. Volevo fare ciò che viene dopo un film. Volevo essere dentro il mondo. Un po’ come un videogame. Ma chi è che gioca?” 

Probabilmente è lui che gioca con noi. A voi la scelta: prendere o lasciare.

 

 

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