Evil: si accende un diavolo nel cuore di Kristel

Evil ***

A come Attrazione. Nel cinema e nella letteratura una donna attirata da un prete è sempre un elemento di suspense, soprattutto se l’interesse è ricambiato. Nella serie Evil la psicologa forense Kristen Bouchard si innamora di padre David Acosta. Per essere precisi, David, ex giornalista con trascorsi in teatri di guerra, frequenta il terzo anno di seminario. Tecnicamente, non è ancora prete, ma tutto lascia intendere che prenderà i voti. Finché nella sua vita non appare Kristen Bouchard, madre di quattro figlie con un marito troppo impegnato altrove (sull’Everest)…

B come Bacio. Ricordiamo famosissime serie in cui l’attesa del bacio tra i protagonisti è un evento lungamente atteso, su tutti quello tra Dana Scully e Fox Mulder in X-Files. Non vi diremo se in Evil accadrà.

C come Chiesa Cattolica. David conduce indagini assai delicate per conto della Chiesa. Il suo lavoro investigativo è finalizzato a confermare presenze demoniache in chi lamenta di essere posseduto. Solo così, dopo attenta analisi, un esorcismo può dirsi legittimo. David è un uomo di fede che, giustamente, vuole vederci chiaro prima di affidare l’anima di un povero disperato a un prete armato di crocifisso, oscure frasi in latino e acqua benedetta. Per questo, si avvale della consulenza di Ben Shakir, un tuttofare esperto in tecnologia, dichiaratamente scettico nei confronti del soprannaturale. Per Ben, ateo ma di famiglia musulmana (un dato con un peso specifico molto forte nella sua storia personale), ogni fenomeno ha una spiegazione scientifica e razionale. A David serviva qualcun altro, qualcuno in grado di sceverare la follia dall’assenza di follia, una professionista della mente… Kristen Bouchard.

D come Droga. Una volta David Acosta ha visto Dio. Poi le visioni si sono diradate. Da quel momento il futuro prete si è affidato agli allucinogeni per ritrovare la porta verso le stelle e l’assoluto. Tuttavia, David non è l’unico a vedere con i suoi occhi qualcosa di inconcepibile. Soprattutto di notte, quando il sonno e la veglia si confondono, il demone George va a visitare Kristen. Anche Ben ha le sue pene. Sono solo sogni? Per capirlo, Ben e Kristen si inventano dei trucchetti interessanti, la scritta sul foglio incollato al soffitto, il braccialetto al polso, la sveglia sotto al cuscino (se pensate che un giorno ne avrete bisogno, vi conviene prendere appunti).

E come Evil. Ci sono voluti quattro anni perché Evil, prodotto da CBS e Paramount+, arrivasse in Italia. Il primo episodio è andato in onda in America il 26 settembre 2019. La collocazione storico-temporale della serie non è casuale. Gli showrunner Robert e Michelle King (The Good Wife, The Good Fight) hanno consapevolmente calato Evil nel disordine culturale dell’era trumpiana e mondiale. La serie attinge al caos facendo confluire la storia in uno stampo originale. La scrittura è imprevedibile e la trama lontana da ogni possibile standardizzazione. Più il cerchio degli eventi si allarga, più il racconto tocca i gangli delle paure contemporanee. Antiche mappe si sovrappongono alle inquietudini del presente. Evil è un’interpretazione trasgressiva e immaginifica del mondo reale. Il guaio è… che il fantastico si è impossessato delle nostre vite.

F come figlie. Lynn, Lila, Lexis e Laura sono le quattro figlie di Kristen. Simpaticissime e caciarone, condividono una camera con due letti a castello, si divertono con i giochi a realtà aumentata e stravedono per Ben, da loro soprannominato “il Magnifico”. Una di loro è nata con un problema cardiaco molto serio. Un’altra ha sviluppato misteriosi denti aguzzi. Forse c’è di mezzo la RSM Fertility (vedi sotto).

G come Genio. Durante l’esorcismo interreligioso di una ragazzina piromane apprendiamo che secondo l’Islam, a differenza dell’interpretazione manichea del Cristianesimo, non tutti i discepoli del diavolo sono demoni. Alcuni sono dei “geni” e insidiano le persone con propositi non necessariamente ostili. Forse si limitano ad accendere un desiderio sopito. Uno di loro appare a Kristen. Ha la testa in fiamme e spinge la psicologa a uscire di casa in piena notte.

H come Hutu. È un episodio di vendetta. Al termine di una stand-up comedy, una donna rimorchia un comico. La serata finisce male, complice un machete. Si scopre che entrambi sono di origine africana. Ruandesi. A lei, di etnia tutsi, gli hutu hanno sterminato la famiglia, mentre lui, il comico rimorchiato, un tempo incitava alla radio gli hutu affinchè schiacciassero “gli scarafaggi”, cioè i tutsi. Non era affatto semplice inserire il genocidio del Ruanda (cifra presunta di un milione di morti) in un contesto supernatural. Gli sceneggiatori di Evil ci riescono con eleganza. Perché l’orrore può nascere con la propaganda e insinuarsi tra i social media.

I come Idee. Evil pullula di idee e fantasia.

K come Katja Herbers. L’attrice olandese, già Emily Grace in Westworld, qui interpreta Kristel. Katja Herbers, minuta e graziosa, si amalgama alla perfezione con il suo partner di indagine David Acosta, ovvero l’aitante attore Mike Colter, non casualmente individuato dagli autori della Marvel per incarnare il forzutissimo supereroe Luke Cage nell’omonima serie. Entrambi flirtano con la possibilità di un nuovo inizio. Lei potrebbe mollare il marito, lui voltare le spalle all’ordinazione. La complementare fisicità dei due, al pari di altre caratteristiche esplicitamente sottolineate (la “nerezza” di Acosta è un elemento critico nel suo rapporto con la Chiesa), gioca un ruolo importante. L’amore è un fantasma sempre presente. Herbers, molto brava a destreggiarsi in un vasto spettro di emozioni, dà vita a una figura di donna brillante, intelligente e tormentata da un rovello invisibile. Il terzo della compagnia, Aasif Mandvi, è un attore comico. Ben, il suo personaggio, deve sostenere una relazione non semplice. La sua fidanzata crede di essere tormentata dalla sorella gemella morta, che le avrebbe colonizzato il braccio sinistro. Situazione assurda e… terrificante.

L come Leland. L’antagonista di Kristel si chiama Leland Townsend. Leland si propone in tribunale nelle vesti di psicologo forense, per rovinarle la reputazione. Poi seduce Sheryl, la madre di Kristel. Quando il matrimonio sembra ormai inevitabile, i due si lasciano. Leland non ha parole tenere per Sheryl, ma la donna ha un caratterino vispo e gli risponde per le rime. Non sei l’unico demone con cui sono uscita! Intanto Kristel lo ha smascherato. Il suo vero nome è Jack Perry, viene da Des Moines, Iowa, già perito assicurativo, due ex mogli, il classico sfigato del liceo. Verso la fine della prima stagione Leland recluta un incel (giovane-maschio-bianco-arrabbiato-con-le-donne) per compiere una strage nella chiesa di David Acosta. Il tentativo fallisce. Le vicende si fanno torbide. Leland simula una possessione e va in analisi da… un caprone. E’ un servo di Satana o un patetico mestierante? Il talento di Michael Emerson, volto noto di Lost, rende il personaggio irresistibile, nella sua teatrale crudeltà tendente al kitsch.

M come Mappa. Una mappa di seicento anni fa, disegnata sull’isola di Poveglia, reca sessanta sigilli, per sessanta demoni, per sessanta successori. Una strumentazione ultratecnologica utilizzata per mappare le aree del cervello, attraverso la stimolazione magnetica transcranica, induce nei soggetti esperienze spirituali. In un caso e nell’altro la Chiesa cattolica cerca di vederci chiaro.

N come Narciso. A questa parola, Sheryl molla uno schiaffone a un tizio sconosciuto. Quando Kristel legge il termine “Narciso” (“Daffodil”, nell’originale), scritto a penna da Leland su un bigliettino, prende la piccozza per la seconda volta.

O come Ovuli. Il dodicesimo ovulo parcheggiato da Kristel presso la RSM Fertility è scomparso.

P come Profeta. Evil getta nell’infernale pentolone degli orrori contemporanei anche le persecuzioni nei confronti delle religioni e delle minoranze, con un pizzico di polemica nei confronti delle politiche antimigratorie dell’amministrazione federale. Una rifugiata cinese sembra possedere doti profetiche. Sul più bello, il governo la espelle. Chissà se qualcuno, rovistando nei bidoni dell’immondizia di un aeroporto di NYC, ha trovato i suoi disegni.

Q come QAnon. “QAnon venera Donald Trump, che spesso chiama con il nome in codice Q+. Nel mondo visto dalla buca del coniglio, Trump ha risposto per amor di patria a una chiamata del Pentagono e ha accettato di diventare presidente per combattere una lotta senza quartiere – segreta, anche se commentata da milioni di persone su Facebook – contro un governo mondiale occulto di pedofili satanisti, la cosiddetta Cabal. Si pronuncia con l’accento sulla seconda a” (Wu Ming 1). Evil riflette una vasta narrazione di successo. Un tempo l’avrebbero definita, semplicemente, alienazione. La brodaglia complottista, la controcultura liberatarian, i luoghi comuni dell’alt-right americana affiorano qua e là. Per lo più, però, è l’inafferrabile sentimento della post-verità a farla da padrone. Come se gli Stati Uniti e il mondo intero fossero attraversati da un sussurro che sconvolge le menti, simile a un messaggio subliminale nascosto nei video degli influencer di youtube.

R come RSM Fertility. Il male assume le forme di una manipolazione genetica dei nascituri. Evil è attraversato da molti registri, compresi momenti di pura commedia, eppure esprime il meglio nella tragedia. L’episodio del ragazzino che desidera assassinare la sorellina è agghiacciante (con un finale vietato ai deboli di cuore).

S come Silenzio. Per fortuna la scienza conserva ancora un briciolo di autorità. Quando i nostri tre eroi sono chiamati a investigare su un miracolo occorso in una remota comunità di monaci dove parlare è vietato (una solo sillaba risveglierebbe il demone attorno al quale è sorto il monastero…), la causa delle ferite impresse sulla carne dei religiosi non risiede nel sovrannaturale. Il dubbio sulle stigmate di suor Fenna persiste, altrimenti Evil sarebbe un banale compendio di bollettini del CICAP. E non lo è.

T come Tentazione. Il lavoro di scrittura molto abile dei coniugi King nasconde la polvere dei pensieri di Kristel e David sotto il tappeto degli impegni quotidiani, famiglia, Leland, serial killer… esorcismi. Il diavolo tentatore pizzica i due con una certa insolenza. Il focus su Kristel è coraggioso. Una donna con quattro figlie che vorrebbe tornare a essere quella di prima, quando scalava le montagne himalayane insieme al marito e non si preoccupava di nulla. Una donna affascinata da un prete. Una donna in terapia. Complessa fino all’autolesionismo.

U come Ufo. Non solo demoni. Con l’avvistamento di un ufo (tra cielo e terra i misteri non si contano) compare sulla scena l’agente dei servizi segreti vaticani, l’Entità. Poteva mancare?

V come Vergogna. Kristel ha commesso un errore, spinta dall’esigenza primordiale di difendere le quattro figlie dalla minaccia di un potenziale aggressore. Kristel rivela tutto al suo terapista. Non basta. Kristel lo dice alla polizia e la reazione della sua amica ispettrice è sconvolgente. Evil, lo ripetiamo, ha un sottotesto politico molto incisivo. Kristel si confessa con David. Non riesco a guardarti per la vergogna. Poi, però, lo guarda.

Saltiamo la Z di Zombie. Evil, giunta in patria alla quarta stagione, anche solo per l’originalità della trama e la novità della scrittura, merita di essere vista.

Titolo originale: EVIL (Season 1 + Season 2)
Numero di episodi: 13 + 13
Durata: 45 minuti l’uno
Distribuzione: Paramount+
Uscita in Italia: maggio – giugno 2023
Genere: Supenatural, Drama, Thriller

Consigliato a chi: è da sempre convinto che il numero tredici porti sfortuna, vorrebbe conoscere un suo antenato, ha una passione per i libri pop-up.

Sconsigliato a chi: ha un motivetto in testa che non gli passa mai, pensa che la fine della moglie di Lot sia solo una leggenda, teme che gli algoritmi rivelino troppo delle sue abitudini.

Letture e visioni parallele:

  • Un reportage tra gli haters di George Soros: Wu Ming 1, La Q di Qomplotto. QAnon e dintorni. Come le fantasie di complotto difendono il sistema, Alegre, 2021;
  • Un capolavoro dell’esoterismo colto: Pierre Klossowski, Il bafometto, Adelphi, 2017;

  • Cinema e metacinema, ovvero l’horror messo alla berlina in un film geniale: One cut of the dead (Zombie contro Zombie) di Shinichiro Ueda, disponibile su MUBI.

Un simbolo: il triangolo di Eulero.

Un oggetto: il palloncino.

Un luogo da evitare: il seminterrato

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