Mereghetti su Miele di Valeria Golino

Miele_Poster

E’ Miele di Valeria Golino a finire sotto la lente del Mereghetti questa settiamana.

Il film con cui Valeria Golino esordisce alla regia, Miele, racconta la storia di una trentenne che favorisce la morte di persone inguaribili. Un film sull’eutanasia. Eppure anche questa cruda essenzialità rischia di portare fuori strada: se fosse davvero un film sull’eutanasia, potremmo aspettarci una qualche presa di posizione pro o contro, un film-dibattito.

[…] Invece il tema del film è molto più semplice e insieme molto più complicato, disturbante. Miele pone allo spettatore una domanda a cui forse non è preparato a rispondere, semplice e diretta nella sua crudezza: come si guarda in faccia la morte? È questo quello che fa la sua protagonista, la giovane Irene che dai suoi «pazienti» preferisce farsi chiamare Miele. Ed è questo che fa la regista durante i 96 minuti del suo film: costringere chi è abituato a guardare senza farsi troppi problemi, a domandarsicome lo si debba fare. Non è un compito facile, né per la protagonista né per lo spettatore.

[…] A mettere in crisi le sue certezze arriva prima un ingegnere (Carlo Cecchi) che vuole morire senza avere nessuna malattia: lei gli ha portato il barbiturico letale e quando scopre che è «sano come un pesce» lo vorrebbe indietro, perché pensa di essere stata ingannata nella sua buonafede («Non aiuto i sani a morire» si giustifica). Iniziando così un rapporto prima conflittuale poi meno, che per la prima volta la porta a scavare dentro la mente di chi cerca la morte.”

 

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