In una lunghissima intervista con il podcast “The Church of Tarantino” il regista di Pulp Fiction ha parlato molto anche del prossimo The Adventures of Cliff Booth, che David Fincher sta girando con Brad Pitt, di nuovo nei panni dello stuntman di C’era una volta a… Hollywood, otto anni dopo gli eventi raccontati nel film del 2019.
Tarantino ha spiegato chiaramente che il suo progetto intitolato The Movie Critic, nato come una miniserie in otto episodi nel 2022 e poi diventato una sceneggiatura cinematografica, non ha nulla a che vedere con questo film. Anche se Pitt era stato contattato per The Movie Critic, Cliff Booth non c’entrava nulla con quel film, che Tarantino ha deciso di non fare, semplicemente perché non aveva intenzione di ricreare ancora una volta la Los Angeles degli anni ’70, preferendo chiudere la sua carriera con qualcosa di completamente diverso.
“The Movie Critic è un sequel spirituale di C’era una volta a… Hollywood; nella misura in cui sono ambientati nello stesso mondo e nella stessa città, ma non c’erano personaggi crossover. Cliff Booth non è mai apparso in The Movie Critic. Sono tutte stronzate. Non è mai stato così, mai e poi mai. È la stessa città, solo che è ambientata nel 1977 invece che nel 1969”.
The Adventures of Cliff Booth è un progetto completamente diverso, una grande sceneggiatura in forma di romanzo che ha ceduto a David Fincher e a Netflix.
“E poi ho scritto il film su Cliff Booth perché mi sono detto: ‘Beh, se dovessi tornare in quel mondo, Cliff Booth è il personaggio che piace davvero a tutti’. E io adoro Cliff Booth e lui potrebbe essere la star di una serie di tascabili, capisci? Quindi, sarebbe stata un’altra avventura con lui. Il pubblico l’avrebbe amata e credo che anche Brad avrebbe desiderato farla e io avrei voluto lavorare con lui in un altro grande ruolo. E così, ho finito per scrivere il film su Cliff Booth“.
Solo che anche in questo caso, passando dalla scrittura alla produzione, Tarantino ha avuto gli stessi dubbi di The Movie Critic. Il setting nella Los Angeles degli anni ’70 era lo stesso del suo film precedente. Ed ha deciso di lasciare ad altri la regia.
Ambientato nel 1977, il film ha un budget monstre di 200 milioni di dollari che sarebbe stato impensabile pr un qualsiasi film d’autore con distribuzione in sala. Ma una volta eliminati i cinema dall’equazione, ecco che la pressione che tutti i cineasti hanno per i risultati del box office svanisce del tutto.
“Beh, potrebbero [distribuirlo nelle sale, ma] non è il loro modello di business. Non ce l’ho con la società per non aver seguito quello che non è il loro modello di business. È quello che è. Non mi sorprenderei se facessero uscire il film per due settimane, almeno in limited release. Per quanto riguarda le grandi città, probabilmente faranno delle proiezioni. Probabilmente vorranno che vada bene agli Oscar. Quindi faranno proiezioni in giro per la città e tutto il resto. Questo film che sto girando con Netflix è il film con il budget più alto che abbia mai fatto. E il botteghino non conta. Voglio dire, non conta un cazzo, un cazzo. A Netflix non importa. Non gli importa. Quindi, è un po’ come giocare d’azzardo con i soldi dei casinò. La pressione sotto cui ho vissuto per tutta la mia carriera, semplicemente non esiste. Facciamo un buon film o non lo facciamo, ma quel tavolo da gioco a Las Vegas, che fa sempre parte del primo passo, è completamente sparito. Quindi è una cosa fottutamente fantastica. Quel peso, è una tirannia a meno che tu non vinca [al botteghino]. Quando vinci, hai un’energia incredibile… quando non li batti [al botteghino], fa schifo. Ma il fatto che la pressione semplicemente evapori, semplicemente non esiste: i loro biglietti sono già stati comprati. Tu hai comprato il tuo abbonamento”.
