Evil. La quarta stagione e il gran finale: come togliersi l’apocalisse dalla testa

Evil 4 e finale ***

Come discernere le interpretazioni dai fatti. Evil è la serie che negli ultimi anni si è calata negli anfratti della post-verità con maggiore fantasia e spregiudicatezza. Cosa sono i fatti? Cosa le interpretazioni? Evil ci ricorda il tempo che siamo chiamati a vivere. Teorie astruse trovano terreno fertile nei lati oscuri della rete e crescono a dismisura nella virtualità delle camere dell’eco, dove ognuno è libero di dire ciò che pensa e di condividere la propria paranoia, il proprio odio, la propria frustrazione incontrollata. La sera del 13 luglio del 2024, quando la quarta stagione era appena cominciata, un ragazzo ha sparato all’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante un comizio in Pennsylvania, ferendolo a un orecchio. Le immagini sono note a tutti, compreso il frame che immortala l’attentatore, ormai senza vita. È una sagoma nera distesa su un tetto. Possiamo permetterci di scivolare dalla realtà fin dentro al regno della finzione, il regno ibrido di Evil. La fotografia è sgranata, direbbe Ben. Esaminiamola, aggiungerebbe Kristen. Aspettate, potrebbe dire David, vedo qualcosa. Un demone? Trump, in ogni caso, non ha avuto dubbi su chi ringraziare: Dio mi ha protetto.

Come accettare i mostri senza riderne. Più del solito, c’è un gran proliferare di demoni, santi e beati. Non manca il caprone per eccellenza. Ne sa qualcosa Sheryl, la madre ribelle di Kristen che lavora per l’orrido Leland Townsend. Impossibile non ricordare l’incontro che la sconvolge nella stagione precedente. Dietro la porta chiusa il manager della multinazionale, mai comparso in pubblico, è intento a pedalare su una cyclette, peraltro con scarso impatto sul suo poco invidiabile peso forma. Ma… il capo ha un paio di corna, cinque occhi ed emana un odore insopportabile. Qui sta la bravura degli autori di Evil: sfruttare la trita iconografia e trasformare le allegorie in personaggi reali, con un tocco di inevitabile ironia (la passione di belzebù per i biscotti…). Funzionari, avvocati, assistenti universitari, tutti potrebbero avere un diavoletto sotto la pelle. Le scene delle conference call aziendali sono spassose. Alzi la mano chi non ha pensato almeno una volta nella vita al proprio superiore nei termini di un… demonio.

Come coniugare l’occulto con la disinformazione. Nella quarta stagione Leland Townsend si rivela. È il perfetto imprenditore della paura. Il core business della sua società è la propagazione del caos a livello universale e il fine, apocalittico, dovrà essere raggiunto attraverso mezzi inediti, avvalendosi ad esempio di appositi chip innestati nel cervello (per restare sul pezzo, vengono evocate le sperimentazioni di Neuralink di Elon Musk). In Evil le neuroscienze incrociano l’esoterismo, o addirittura combaciano con esso, come due mappe sovrapposte. Il bravissimo Michael Emerson incarna un personaggio sgradevolmente anonimo e banalmente spregevole. Leland è fondamentale nell’economia di Evil. I tratti della sua personalità convergono verso un’unica attitudine al male. Ragazzino bullizzato cresciuto nel rancore, sacerdote mancato convertito alla Causa della distruzione totale, ideale uomo senza qualità del ventunesimo secolo, cultore delle scienze occulte e scienziato folle animato da sogni di vita eterna, Leland è ancora una volta, soprattutto, il grande antagonista di Kristen.

Come trasformare Evil in un racconto corale. La tentazione (è il caso di dirlo) poteva essere quella di concentrarsi su David, Kristen e Ben. Invece, Michelle e Robert King, già autori di The Good Wife, nella quarta stagione hanno ulteriormente allargato il campo, valorizzando alcuni personaggi inizialmente minori, fino ad includerli in un percorso narrativo ampio e complesso. La figura di Sheryl acquisisce importanza episodio dopo episodio. Sister Andrea, la suora massacra-demoni, conquista molto spazio. Il dottor Boggs, psicologo divorato dal demone (ancora!) della scrittura, non è immune da cambiamenti di personalità. L’Entità stessa, cioè la misteriosa agenzia del Vaticano che recluta David per liberare preti e suore rapiti in Africa attraverso mezzi non convenzionali, nelle ultime stagioni diviene un elemento centrale della storia. E le quattro figlie di Kristen? Laura, Lexis, Lila e Lynn crescono e maturano desideri inaspettati. In particolare Lynn, che passa le sue serate in compagnia di Sister Andrea e coltiva, contro le aspettative della madre, il sogno di farsi suora. Al povero Andy, il marito di Kristen vampirizzato da Leland, tocca suo malgrado il ruolo di involontario esecutore di oscuri disegni.

Come una tranquilla madre di famiglia può scoprirsi progenitrice del male. Il decimo ovulo di Kristen, fecondato dalla persona sbagliata è stato impiantato in una donna ignara del malvagio progetto di Leland. Il bambino, poi battezzato con il nome di Timothy, è indubbiamente scatenato, vomita, piscia e grida. Qualcuno vede in lui un vero diavolo. Qui registriamo un’intuizione meravigliosa. Leland si procura illegalmente le registrazioni delle sedute di terapia di Kristen tenute con il dottor Boggs. E il bambino, quasi per miracolo, si addormenta, proprio mentre la madre biologica racconta di sé, dei suoi traumi, delle sue fragilità. Solo la sua voce può ammansire la piccola belva. Kristen non è solo una madre e una moglie (tradita), ma anche, con grande evidenza, una donna attraversata dal desiderio, pronta a dare una risposta alle proprie pulsioni. Serviva un’attrice olandese non famosissima, comparsa in Westworld, per materializzare la deliziosa Kristen Bouchard. Katja Herbers aderisce con intelligenza, e verve a tratti comica, ad un personaggio unico, che rischia di restarle cucito addosso per sempre.

Come l’amicizia, l’amore e l’ironia vincono su tutto. Kristen, David e Ben! Ci piacciono perché formano un trio di consulenti improbabile e azzecatissimo. Ci piacciono perché sono amici veri che si comprendono a vicenda, superando posizioni preconcette, dogmi, certezze, posizioni consolidate. Ci piacciono perché incarnano la forza dell’ironia e non negano mai l’importanza del dubbio. L’attrazione di Kristen per Padre Acosta (amore, ma che tipo di amore?) è nota al Maligno, altrimenti non si spiegherebbe l’emissario notturno inviato al prete, una creatura di pura tentazione riconoscibile da una lingua biforcuta. Nel nono episodio un chatbot formula a voce alta i pensieri reconditi di David. O forse sono le speranze di Kristen tradotte da un’intelligenza artificiale deviata? Il terzo del trio è appunto Ben Shakir, il concreto uomo di scienza insidiato da un jinn, o genio, essere soprannaturale della tradizione coranica. A Ben, interpretato da Aasif Mandvi, dobbiamo una battuta fulminante. Alla vista di un pickup con la bandiera sudista, dice: un nero, un musulmano e una donna bianca che si abbracciano per strada, meglio andare prima che ci sparino.

Come ritrovare le parole quando crediamo di averle perse. Evil è fantasia, azzardo, imprevedibilità e funziona per indizi che si accumulano in merito a un’imminente fine del mondo (l’Apocalisse, la venuta dell’Anticristo, il cambiamento climatico, la singolarità tecnologica sono equivalenti). Pezzi di realtà sballata si incollano alle vite dei protagonisti. Il racconto riserva sorprese surreali. Evil racconta un mondo impazzito (“è folle e ci sono persone che lo rendono ancora più folle per poterci controllare”, dice Kristen durante un’indagine notturna… al cimitero). Nemmeno i demoni sono quelli di una volta. Evolvono, inseguendo una società alla deriva. Uno di loro risucchia le parole e trascina chi gli sta attorno nel baratro del deficit cognitivo. I pensieri sono confusi e le parole svaniscono nel nulla. Eppure restano lì, in un limbo, a nostra disposizione.

Come intercettare con leggerezza le distorsioni del tempo presente. Ingegneria genetica e culti segreti, tecnologia avanzata e superstizione… Gli autori giocano con le distorsioni, e anche le perversioni, del nostro presente. Il patriarcato assume aspetti grotteschi. Il diavolo costringe le donne a lavorare letteralmente sotto vetro. Una madre omicida balla fino allo sfinimento (è possibile cogliere un riferimento agli antichi miti greci e al tarantismo) nel contesto di una nuova caccia alle streghe. L’IA utilizzata dalle figlie di Kristen genera la storia della mamma cannibale e regala al dottor Boggs un’inattesa notorietà nel mondo dei social. Robot manipolati da hacker vengono addestrati ad attaccare solo persone con determinate “caratteristiche” fisiche o morali. Il virtuale, eletto a campo di battaglia, è un universo senza regole animato da start-up insofferenti a ogni considerazione etica.

Come estirpare i brutti pensieri con il coltello. La disinformazione è promossa a grammatica politica corrente. Un pezzo della croce di Cristo, trasportato a Roma, si rivela un falso e, quel che è peggio, il cavallo di Troia di una potenziale congiura infernale. Il mistero e l’oscurità somigliano a voragini aperte, a ferite nel costato, a punti di domanda sparati nel cervello con la forza di un laser. Epifanie di santi corrono parallelamente alle sperimentazioni dell’Intelligence vaticana sulla visione a distanza. Il fine giustifica i mezzi, e se i mezzi combaciano con le maniere forti, pazienza. Tutto è perduto? No. Un metodo infallibile per scrollarsi di dosso lo schifo esiste. I brutti pensieri sono escrescenze. Occorre estirparle in fretta.

Come dirsi la verità distesi in una vasca da bagno. “Vorrei avere due vite, una per Dio e l’altra per te”. Padre Acosta, interpretato da Mike Colter, è sempre diviso tra l’amore terreno, una possibilità, e la vocazione sacerdotale, una necessità. “Vorrei avere due vite, entrambe per te” risponde Kristen, che dalla fine della sua relazione matrimoniale con Andy, pare decisamente più convinta sul da farsi. David lascerà la Chiesa per lei? Il leitmotiv di Evil, con tutta la tensione interpersonale che ne deriva e il politically correct messo a tacere, è sintetizzabile in: carne vs spirito. Il tema del doppio, giocato sul filo delle potenzialità tecnologiche scatenate dall’IA, rispolvera le antiche domande sul sé, il destino e l’identità personale. Ben scopre il suo sosia, un padre di famiglia realizzato. David si rispecchia in un doppelgänger esperto di arti marziali. Esiste anche una seconda Kristen, spensierata cantautrice ad Amsterdam. Sognare non costa nulla.

Paura di ciò che finisce in modo improvviso. Nonostante i buoni ascolti, i riscontri favorevoli della critica (raro imbattersi in una serie dalla scrittura così argomentata e complessa) e i pubblici elogi di Stephen King, Paramount+ ha deciso di chiudere Evil. Alla quarta stagione sono stati così aggiunti quattro episodi conclusivi. Resta un senso di irrisolto e l’impressione che molte intuizioni siano state troncate sul nascere. La svolta “romana” è un brusco congedo. Disperata l’attrice Katja Herbers, che ha lanciato un appello su X chiedendo di salvare la serie. “Penso che la popolarità di Evil non abbia davvero raggiunto il suo apice”, ha detto il co-creatore Robert King. L’epilogo: i Sessanta, le famiglie che si riuniscono ogni ventotto anni per pianificare la fine dei tempi, cedono alle novità. Niente sacrifici umani. Niente sangue. Niente folklore. Il caos può seguire altre vie. Il disordine mondiale strisciante rischia di mandare in frantumi i vecchi equilibri geopolitici mentre la parrocchia di Padre Acosta, ultimo avamposto del bene, chiude per riportare i conti della diocesi in pareggio. Negoziare con i poteri forti è impossibile, soprattutto se… il diavolo ci mette la coda.

Titolo originale: Evil – fourth & final season

Numero di episodi: 10 + 4

Durata: un’ora ciascuno

Distribuzione: Paramount+

Uscita in Italia: 23 maggio – 22 agosto 2024

Genere: Supernatural, Thriller, Black Comedy

Consigliato a chi: imputa i ritardi dei treni a forze sovrannaturali, spaccia come fatte in casa le torte comprate al supermercato, apprezza le qualità della carta stagnola.

Sconsigliato a chi: non sopporta chi raddrizza i quadri storti, sta pensando di vendere i propri piedi su onlyfans, crede ai viaggi nel tempo.

Letture e visioni parallele:

  • Prendiamo per buono il suggerimento del dottor Boggs: Oliver Sachs, Allucinazioni, Adelphi.

  • Illuminismo contro oscurantismo in un acclamato libro d’esordio: Alessandro Refrigeri, Cesare Beccaria contro la Bestia, Accento edizioni.

  • Divertente e rigorosa: 42 – La risposta a quasi tutto. Disponibile su ARTE.TV

Un quesito morale: è lecito uccidere un potenziale aggressore per prevenire il male?

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