Sarà George Lucas la Palma d’Onore del prossimo Festival di Cannes. Gli sarà consegnata la sera della cerimonia di chiusura.
A testimonianza di un lungo cinquantennio di successi, che gli sopravvivono.
Alla Quinzaine appena creata, un giovane di Modesto, che aveva fatto da assistente a Francis Coppola, portò il suo esordio THX 1138, un passo nella fantascienza distopica.
Sarebbero seguiti il successo di American graffiti, ancora sotto l’egida del maestro della Zoetrope, quindi l’inizio del viaggio totalizzante nell’universo di Guerre Stellari, che ancora non si è concluso, nonostante la vendita della sua Lucasfilm alla Disney per una cifra davvero stellare.
Tra le sue produzioni, impossibile non ricordare Kagemusha e Ran per Kurosawa, Indiana Jones, ideato a quattro mani con l’amico Spielberg, Brivido Caldo per Kasdan e Mishima per Schrader.
Peccato che il mondo di Star Wars abbia assorbito tutte le sue energie creative, che ha riversato nel lavoro ingegneristico sul sonoro e gli effetti speciali con le sue società (ILM in primis) ancora oggi all’avanguardia.
Cannes si appresta giustamente a celebrare il talento di uno degli ultimi visionari della New Hollywood.
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