Se n’è andato questa mattina a Los Angeles, Blake Edwards, 88 anni, uno dei maestri della commedia sofisticata americana.
Un uomo scomodo, in perenne conflitto con le major e con i suoi produttori, capace di abbandonare Hollywood nel 1974, dopo aver visto rovinati e rimontati gli ultimi suoi tre film.
Sposato con Julie Andrews per oltre quarant’anni, in un sodalizio artistico e sentimentale indissolubile, ha intrecciato altre fortunatissime collaborazioni con Peter Sellers, prima nella serie de La pantera rosa e poi con Hollywood Party, quindi con il compositore Henry Mancini e soprattutto con Audrey Hepburn, indimenticabile icona nel suo Colazione da Tiffany.
Caustico e feroce contro le derive della macchina cinema, ha collezionato una lunga serie di successi da La grande corsa a I giorni del vino e delle rose, entrambi con Jack Lemmon, da S.O.B. a Operazione sottoveste con Cary Grant, da Victor Victoria, forse il suo capolavoro con Julie Andrews, all’audace 10 con Bo Derek.
Negli ultimi anni da ricordare Appuntamento al buio con Willis e la Basinger, Così è la vita, Sunset – Intrigo ad Hollywood.
Il fiasco del 1993 con Il figlio della pantera rosa l’ha costretto al silenzio. Nel 2004 riceve l’Oscar alla carriera, consegnatogli da Jim Carrey ed accettato con la consueta irriverente grazia.