Pupi Avati non sarà a Venezia: “l’esclusione mi ha fatto piangere…”

Sul Corriere della Sera di questa mattina, in un’intervista esclusiva, Pupi Avati anticipa che il suo nuovo film NON sarà al Lido.

Dopo essergli stato proposto un posto Fuori Concorso, il “venerato maestro”, che invece pretendeva di essere in gara, ha rifiutato tout court la Mostra. Mettendosi a piangere (sic…).

Addolorati per l’ingiusta esclusione dell’ennesimo sapido affresco del regista emiliano, siamo quasi tentati di listare a lutto Stanze di Cinema.

Poi recuperiamo un barlume di lucidità e ci chiediamo: ma che senso avrebbe l’ennesimo film di un mediocre regista nel concorso della Mostra?

Pupi Avati, capace in 40 anni di attività di sfuggire sistematicamente il capolavoro, e poi anche i buoni film – almeno da Regalo di Natale in poi – che cosa potrebbe aggiungere di nuovo rispetto a quanto già sappiamo di lui, delle sue ossessioni, del suo piccolo mondo poetico?

Ricordo con immutata ilarità le parole di Bruno Fornara di Cineforum, dopo la presentazione de Il Papà di Giovanna alla Mostra di un paio di anni fa, il quale argomentava sulla straordinaria espressività del mobilio dei suoi film: espressività superiore a qualsiasi altro elemento narrativo ed attoriale.

La lamentela sembra poi fare il paio singolarmente con quella di Carlo Verdone, addolorato anche lui, dopo l’esclusione di Io, loro e Lara dalla cinquina del David.

Io, loro e Lara? David di Donatello? Migliore film dell’anno? Sembra un barzelletta del nostro premier… 

L’ultimo del regista romano è un film di rara bruttezza, in cui il buon Verdone non solo ha riciclato per l’ennesima volta il suo personaggio di prete timido e impacciato, ma è riuscito nella formidabile impresa di rendere poco attraente ed impacciata persino l’incantevole Laura Chiatti.

Ma queste “colonne” del cinema italiano si rendono conto della mediocrità delle loro ultime opere? O forse pensano che la raggiunta maturità, li abbia trasformati – di colpo e per diritto d’anzianità – nei nuovi Fellini e Wilder?

Aggiornamento

Immediata arriva la replica di Mueller, dettata dall’ADN Kronos:

‘Escludere Pupi Avati, uno dei cineasti italiani che amiamo di piu’? Solo due anni fa, la Mostra di Venezia ha attribuito al suo importante ‘Il papa’ di Giovanna’ un meritatissimo premio”. E’ quanto sottolinea il direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Marco Mueller, commentando le reazioni suscitate dalla mancata presenza in concorso del film di Pupi Avati ”Una sconfinata giovinezza”. Avati, prosegue Mueller ”e’ uno dei cineasti che hanno fatto la storia della Mostra. Sara’ sempre il benvenuto in Sala Grande: come conferma il nostro invito di giovedi’, che rimane ovviamente validissimo, a presentare il film in prima serata Fuori Concorso. E’ la collocazione da sempre dedicata a Venezia ai maggiori cineasti e alle loro opere. Quest’anno l’hanno scelta in molti, a cominciare da John Woo e altri grandi hollywoodiani”. ”Pupi -dice Mueller- conosce i vantaggi del fuori concorso, che gia’ tre volte ha consacrato alcune delle sue opere piu’ straordinarie, come “Storia di ragazzi e ragazze” (1989), “Dichiarazioni d’amore” (1994) e “Festival” (1996). Sara’ in buonissima compagnia tra i grandi del cinema: spero proprio che Pupi accetti il nostro invito’.

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