Ci avviamo alla fine del concorso ufficiale ecco la nostra classifica parziale dei film in gara.
In testa per distacco Sentimental Value di Joaquim Trier, un film d’attore e di scrittura, che mi è parso il più centrato di un concorso complessivamente poco più che discreto, con un pugno di buoni film e troppe promozioni senza senso.
Tra i migliori in gara i film più politici di questo festival: Loznitsa con il suo giovane procuratore nell’era delle purghe staliniane, Panahi con il più diretto dei suoi film sull’Iran, il francese Moll con le brutalità della polizia e il brasiliano The Secret Agent di Mendonca Filho sugli anni della dittatura militare.
D’altro tema Linklater con il suo making of di Fino all’ultimo respiro e il cinese Bi Gan, entrambi film sul cinema e il suo farsi.
Migliori attori? Renate Reinsve e Stellan Skarsgaard sono inarrivabili, ma ricordiamo anche Guillaume Marbeck che interpreta Godard, Léa Drucker in Dossier 137, Wagner Moura in The Secret Agent, la piccola Yui Suzuki di Renoir e Tahar Rahim e Golshifteh Farahani di Alpha e la coppia Golino-De Angelis di Fuori.
Questi i titoli del concorso dal migliore al peggiore:
- Sentimental Value
- Two Prosecutors
- Un simple accident
- Dossier 137
- Nouvelle Vague
- The Secret Agent
- Resurrection
- Jeunes mères
- Fuori
- Alpha
- Romería
- La trama fenicia
- Eagles of the Republic
- Sound of Falling
- The Mastermind
- Renoir
- La petite dernière
- Sirat
- Woman and Child
- Eddington
- Die My Love
- The History of Sound
