Presentato in anteprima a Venezia e incongruamente premiato con una generosissima Coppa Volpi per la protagonista Cailee Spaeny, Priscilla è il racconto dell’incontro con il giovane Elvis visto attraverso gli occhi della moglie-bambina.
Solo che il film della Coppola è anemico e inerme, tristanzuolo e tutto teso a farci vedere solo la prigione dorata di Priscilla.
Anche i ricchi piangono: viene in mente il titolo della telenovela farsa ideata da Ricci al Drive-In guardando questo modestissimo lavoro, figlio di quella cultura da rotocalco scandalistico, da comari di paese, in cui l’unica dimensione che conta è quella intima, della camera da letto.
Una volta Sofia Coppola faceva un cinema delle ragazze irriverente, audace, tutt’altro che dimesso: questa volta invece il suo sguardo è miope e strabico allo stesso tempo.
P.S. Di Elvis non c’è nulla, neppure la musica. Jacob Elordi è sprecatissimo e distante chilometri dal formidabile Austin Butler.
L’uscita italiana non è ancora stata comunicata, ma questo è il primo trailer americano. Lì distribuisce A24, ormai specializzata in fallimenti d’autore e film inutilmente arty:
