Articolo aggiornato il 12.3.2011.
I diritti di C’era una volta in America, il discusso ultimo film di Sergio Leone, appartenevano a Aaron Milchan.
L’ultima edizione in blu ray è stata piuttosto controversa, riportando ancora una volta il nuovo doppiaggio in italiano e non quello originale dell’84.
Ma soprattutto non risolvendo l’interrogativo sulle diverse versioni esistenti del filme sui misteriori 40 minuti tagliati da Leone, per ridurre il film ad una lunghezza compatibile con la proiezione di Cannes.
Ora i figli di Sergio Leone, Andrea e Raffaella Leone, hanno portato a termine una lunga trattativa, grazie alla quale sono riusciti ad acquisire i diritti di C’era una volta in America dal produttore americano Aaron Milchan.
Il loro obiettivo è quello di restaurare il film, affidandolo alle cure della Cineteca di Bologna, ivi incluse le sequenze non montate (che verrebbero lasciate in lingua originale con sottotitoli): esiste infatti tantissimo materiale girato che non è stato utilizzato nel film, e questi 40 minuti erano stati pensati dal regista nella sua ideale versione del film.
Sarebbe altresì ripristinato il doppiaggio originale del 1984.
I limiti tra operazione filologica e rilancio puramente commerciale sono molto labili…
Il nuovo montaggio dovrebbe essere pronto per debuttare l’anno prossimo a Cannes o a Venezia, per poi ipotizzare un’eventuale re-release nelle sale nel 2012.
Fra le scene non montate un incontro fra Noodles/De Niro e la direttrice del cimitero ebraico di Riverdale (interpretata dalla grande Louise Fletcher), e un secondo incontro fra Noodles e Elizabeth McGovern “in un teatro, mentre lei sul palco recita Cleopatra nell’Antonio e Cleopatra di Shakespeare”.
Sul film la redazione di Stanze di Cinema è spaccata a metà: chi scrive lo ritiene senza dubbio il peggiore dei film di Sergio Leone, il più costruito e pensato, ma anche quello in cui la ricerca retorica dell’epos di scontra inevitabilmente con una storia fragile di violenza e ricordi.
Leone abbonda con i rallenty, con le immagini di strada e con le musiche tronfie di Morricone, senza mai riuscire a trovare il passo massimalista che cercava. Un fallimento proporzionato alle dimensioni inutilmente infinite del film.
Siamo lontani anni luce dai capolavori di Coppola e Scorsese.
Ma non c’è dubbio che un’edizione filologicamente corretta, farebbe la gioia dei suoi fans italiani.

