Lo Hobbit – La desolazione di Smaug è subito in vetta al box office americano con 73 milioni in 3 giorni.
Il primo episodio era andato meglio, superando gli 80, ma non ci si poteva attendere di più per una saga che ha fatto della ripetitività e dello sfinimento la sua cifra stilistica.
Al secondo posto si conferma l’animazione Frozen con 22 milioni e 164 nelle prime 4 settimane.
Solo terza la nuova commedia di Tyler Perry, un fenomeno tutto afroamericano, del tutto sconosciuto da noi.
Quarto posto per Hunger Games: Catching Fire, con 13,5 milioni, 356 complessivi negli Stati Uniti e 729 nel mondo: è già il quinto incasso del 2013 ed a breve arriverà sul podio.
Thor: The Dark World è vicino ormai ai 200 milioni, mentre in limited release American Hustle incassa 690.000 euro in sole 6 sale.
Gli altri film da Oscar faticano però a trovare spazi. Dallas Buyers Club, Nebraska, All is lost, Philomena, lo stesso 12 years a slave non sembrano avere grossi margini di miglioramento. Rimangono piccoli film, nonostante i premi e le nominations ai Golden Globes ed agli Screen Actors Guild Awards.
In Italia La desolazione di Smaug apre con 3,6 milioni in 4 giorni, seguito da Un fantastico via vai di Pieraccioni con 1,8 milioni di euro.
Il primo film de Lo Hobbit aveva incassato 4,2 milioni al debutto per chiudere a 16 milioni. Questo secondo episodio non arriverà ai 15 milioni verosimilmente.
Intanto Blue Jasmine di Allen e La mafia uccide solo d’estate sono arrivati entrambi a 2,5 milioni, mentre Hunger Games – La ragazza di fuoco è a 7,7, e Thor 2 a 8,2.
Sole a catinelle ha raggiunto i 51,5 milioni di euro e Fuga di cervelli è arrivato alla rispettabile soglia dei 5 milioni: per Medusa un dicembre col botto.